Non bastano mai gli anni, a volte mancano i contributi: una realtà comune per tutti coloro che dopo anni di sacrifici vorrebbero sentir parlare solamente di meritata
“pensione”. Eppure questa, codesta sconosciuta, tarda sempre ad arrivare: a volte il complice è il tempo, talvolta la
politica. Un pesce controcorrente in questo apocalittico scenario c’è: è
Vittorio Sgarbi che senza aver mai lavorato è comunque riuscito a guadagnarsi una più che lauta
pensione.Il caso Sgarbi: l’aspettava previdenziale
L’aspettativa frega tutti, ma non lui. Vittorio Sgarbi, amato quanto odiato
critico d’arte nonché ex militante di Forza Italia, deputato e sindaco di Sutri, continua a colpire nel segno. Senza aver mai lavorato al critico d’arte è stata comunicata la lieta notizia: mentre tutti la vanno cercando, implorando e supplicando, a lui è stata la pensione a bussare. “
In effetti è incredibile – ha raccontato Sgarbi ammettendo l’eccezionalità dell’accaduto –
Primo: non l’ho chiesto, me l’hanno comunicato. Secondo: vado in pensione con la legge Fornero, ovvero le regole più severe per limite anagrafico“. Uno scherzo? Affatto, è proprio così.

Vittorio Sgarbi, il critico in pensione dopo 45 anni di aspettativa
Vittorio Sgarbi, inconsapevole pensionato
Il 66enne Sgarbi è così riuscito a racimolare ben
51 anni di contributi per essendo effettivamente in aspettativa dal 1985. “
Ero sempre in aspettativa gratuita, non mi pagavano” si giustifica Sgarbi dilungandosi sul suo ruolo di funzionario dei Beni culturali, il lavoro-non lavoro che deve ringraziare per avergli “regalato” oggi, una pensione, e che pensione! Il critico d’arte percepirà di fatto tra i 2500 euro e i 3500 euro: una vera fortuna per moltissimi, un piccolo omaggio per Sgarbi stesso che mensilmente ne fa uscire il circa 10 volte tanto. Una previdenza frutto di
45 anni di lavoro, o meglio, di aspettativa, a cui vanno ad aggiungersi 4 anni di studi riconosciuti come contributi.