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Tangenti in Lombardia: in libertà Altitonante e Patimo, reato derubricato

Pubblicato: 06/08/2019 21:19

Alcuni di quelli che, lo scorso maggio, erano stati raggiunti da provvedimenti cautelari perché a vario titolo accusati di aver concorso a creare un apparato fatto di corruzione e nomine pilotate nella Regione Lombardia, dopo le indagini condotte dalla Dda di Milano, sono tornati in libertà. Tra questi, il consigliere regionale di Forza Italia, Fabio Altitonante, e il manager Luigi Patimo.

Derubricato il reato da corruzione a traffico di influenze

Erano entrambi ai domiciliari accusati di corruzione, sia il consigliere forzista Fabio Altitonante, sia il manager Luigi Patimo. Il Tribunale del Riesame, come riporta il Corriere della sera, avrebbe però derubricato il reato facendolo passare da corruzione a traffico di influenze. I termini della custodia cautelare sono dunque scaduti e i due sono tornati in libertà.

Erano stati arrestati lo scorso maggio perché ritenuti parte di quella fitta rete di corruzione e nomine pilotate nella Regione Lombardia per la quale erano finiti nel mirino della Dda milanese in totale 95 persone e del quale pare tenesse le fila l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese, Gioacchino Caianiello. C’era anche Matteo Di Pierro, ritenuto in principio dagli inquirenti l’altro uomo, insieme al coordinatore FI, in grado di pilotare l’intero sistema di tangenti e che si trova tutt’ora in carcere. L’ex consigliere Altitonante, dimessosi dopo l’arresto, era accusato di aver ricevuto fondi illeciti per la campagna elettorale, accusa che ha sempre respinto, dal manager Luigi Patimo, ex socio di Armando Siri l’ex sottosegretario ai Trasporti della Lega indagato per corruzione.

Le accuse

Tra i 95 indagati per il sistema corruttivo della Regione Lombardia, 43 tra amministratori pubblici, politici e imprenditori erano stati raggiunti a vario titolo da provvedimenti cautelari, come la reclusione in carcere, ai domiciliari, l’obbligo di firma e quello di dimora.

Le accuse, tutte pesantissime, e andavano da quelle di false fatturazioni per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abuso d’ufficio, all’associazione per delinquere aggravata dal favoreggiamento a un’associazione di tipo mafioso, finalizzata a corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e finanziamento illecito ai partiti. sarebbero tornati in libertà come riporta il Corriere anche l’ex manager della società partecipata Accam, Laura Bordonaro, Andrea Gallina, l’ex amministratore delegato di Acqua Novara Vco e l’ex dipendente Amsa, Gian Paolo Riva.

Ultimo Aggiornamento: 06/08/2019 21:31