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Italia, acque del supermercato contaminate: attenzione a queste 6 marche. La classifica di Greenpeace

Pubblicato: 10/10/2025 08:32

La qualità dell’acqua che beviamo ogni giorno torna al centro del dibattito pubblico dopo la pubblicazione di una recente indagine che solleva interrogativi sulla sicurezza delle acque minerali in commercio. Lo studio, condotto da un’organizzazione ambientalista internazionale, ha evidenziato la presenza di sostanze chimiche potenzialmente nocive in diversi marchi molto diffusi nel nostro Paese. Il tema ha immediatamente attirato l’attenzione dei consumatori e del mondo politico, spingendo alcuni parlamentari a chiedere chiarimenti urgenti al governo.

Secondo i dati diffusi, sei marchi di acqua minerale su otto conterrebbero tracce di acido trifluoroacetico (Tfa), una delle molecole appartenenti alla famiglia dei Pfas, le cosiddette “sostanze chimiche eterne” che non si degradano facilmente nell’ambiente.

L’indagine di Greenpeace Italia

L’analisi è stata condotta da Greenpeace Italia, che ha acquistato sedici bottiglie appartenenti ai marchi Ferrarelle, Levissima, Panna, Rocchetta, San Benedetto, San Pellegrino, Sant’Anna e Uliveto. I campioni sono stati inviati a due laboratori, uno in Italia e uno in Germania, per verificare la presenza di Pfas. Dai risultati è emerso che solo Ferrarelle e San Benedetto Naturale non contenevano quantità rilevabili di tali sostanze (inferiori a 50 ng/L). Al contrario, Levissima, Panna, Rocchetta, San Pellegrino, Sant’Anna e Uliveto hanno mostrato la presenza di Tfa, con valori che variano tra 70 e 700 ng/L. L’acqua Panna ha registrato il livello più alto, pari a 700 ng/L, seguita da Levissima (570 ng/L) e Sant’Anna (440 ng/L).

Reazioni e conseguenze

Le aziende interessate sono state contattate ma non hanno rilasciato dichiarazioni. Le autorità tedesche definiscono il Tfa come “tossico per la riproduzione” e “altamente persistente”, poiché deriva dalla degradazione di altri Pfas e tende ad accumularsi negli organismi viventi.
La questione è approdata anche in Parlamento, dove la deputata Ilaria Fontana (M5S) ha annunciato un’interpellanza: “I dati diffusi sono sconvolgenti. Parliamo di sostanze che si accumulano nel corpo e nell’ambiente. Non possiamo aspettare ancora per capire cosa ci sta accadendo oggi”.

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