
Il voto che avrebbe dovuto confermare la stabilità politica si è trasformato in una crisi senza precedenti. Le proteste scoppiate dopo le elezioni hanno generato una scia di violenza che l’opposizione descrive come un massacro: si parla di oltre 700 morti, numeri che al momento non trovano conferma ufficiale ma che circolano con insistenza mentre la comunicazione interna è filtrata da blackout digitali e coprifuoco militare. La rielezione della presidente uscente, con una percentuale bulgara, ha acceso la miccia di un malcontento che covava da mesi e che ora esplode in forma incontrollabile.
Il governo ha imposto un coprifuoco nazionale, chiuso spazi pubblici e limitato l’accesso alla rete, mentre i voli sono stati ridotti e monitorati. Le ONG denunciano una repressione sistematica, l’opposizione parla di “strage politica”, le autorità respingono tutto definendo le stime “propaganda sovversiva”. Nel frattempo, intere aree restano isolate e i dati reali su feriti e vittime non sono verificabili, aggravando il clima di sospensione e paura.
Studenti italiani in attesa
In mezzo alla crisi ci sono anche cittadini italiani: un gruppo di studenti in viaggio di cooperazione scolastica si trova bloccato nel Paese, impossibilitato a rientrare per via delle restrizioni ai trasporti e al movimento. Le famiglie sono in contatto con la Farnesina, che segue il dossier in riservatezza, ma al momento non c’è una data certa per il rientro. Gli studenti risultano in buone condizioni, ma il contesto attorno a loro resta instabile, con posti di blocco, tensioni diffuse e notizie frammentarie.
Un paese paralizzato
Le opposizioni chiedono l’annullamento del voto, il governo promette “ordine e continuità”, le organizzazioni internazionali invocano trasparenza. La verità, al momento, è inaccessibile: ogni dato viene smentito da un’altra fonte, ogni cifra ha una versione alternativa, e la conta dei morti oscilla tra le dieci vittime riconosciute ufficialmente e le centinaia denunciate dagli oppositori. Nel caos, l’unica certezza è l’assenza di certezze.
La crisi politica è diventata crisi umanitaria. E mentre le istituzioni tacciono o minimizzano, resta sospeso il destino di un paese e quello dei cittadini italiani che attendono di poter tornare a casa.


