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Spari tra la folla, ucciso un 16enne a Capizzi. Ferito un altro giovane: fermato il killer

Pubblicato: 02/11/2025 13:57

Notte di sangue a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in Sicilia, dove un ragazzo di 16 anni, Giuseppe Di Dio, è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco. Il giovane, studente di un istituto alberghiero, era molto conosciuto in paese e apparteneva a una famiglia del luogo.

Il delitto è avvenuto intorno alle 21:30 di ieri sera in via Roma, nel cuore del centro storico, davanti a un bar affollato di giovani. La tranquillità del sabato sera si è trasformata in tragedia quando, secondo le prime ricostruzioni, un’auto con tre persone a bordo si è fermata davanti al locale.

Uno degli occupanti avrebbe estratto un’arma e sparato in direzione del gruppo di ragazzi presenti, colpendo mortalmente Giuseppe Di Dio. Un altro giovane è ferito nel conflitto a fuoco, ma non sarebbe in pericolo di vita.

Giuseppe è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco esplosi – stando a quanto ricostruito finora – da un giovane di 20 anni, che è stato poco dopo fermate dalle forze dell’ordine con l’accusa di omicidio. Insieme al giovane, il cui nome è Giacomo Frasconà, sono stati fermati anche il fratello 18enne Mario e il padre Antonio, “ritenuti responsabili di aver accompagnato il congiunto sul luogo del delitto al momento dell’azione di fuoco”.

Stando a quanto ricostruito finora, erano circa le 22.30 di sabato 1 novembre quando il 16enne è stato colpito. Il decesso si è verificato dopo il suo arrivo alla guardia medica. Anche un 22enne è rimasto ferito: trasferito al pronto soccorso dell’ospedale di Nicosia, non sarebbe in pericolo di vita. L’intento del killer, però, non sarebbe stato quello di colpire lo studente e il giovane ferito, ma lo avrebbe ucciso “per errore”. Dalle prime indagini dei carabinieri della compagnia di Mistretta, sarebbe emerso che il vero obiettivo dell’agguato sarebbe un’altra persona. Alla base, ci sarebbero dissidi personali. Per altro, la famiglia dei fermati sarebbe già nota alla forze dell’ordine.

Sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri della compagnia di Nicosia e i sanitari del 118, che hanno tentato di soccorrere la vittima. Purtroppo, per il sedicenne non c’è stato nulla da fare: il proiettile lo ha colpito in modo fatale, lasciandolo a terra senza vita.

Il corpo del giovane è stato posto sotto sequestro su disposizione della Procura della Repubblica di Enna, che ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario. Gli inquirenti stanno ora cercando di ricostruire la dinamica dei fatti e individuare il movente alla base dell’agguato.

Le prime testimonianze raccolte parlano di un momento di panico generale: i presenti sono fuggiti in ogni direzione dopo aver udito i colpi di pistola. «Abbiamo sentito uno sparo, poi le urla», racconta un testimone. La via principale del paese si è trasformata in pochi secondi in una scena di caos e terrore.

Nella notte, dopo ore di ricerche, i carabinieri hanno individuato e fermato tre persone ritenute coinvolte nell’omicidio. I sospettati sarebbero stati rintracciati in un’abitazione alla periferia del paese e condotti in caserma per essere interrogati.

Al momento, gli investigatori mantengono il massimo riserbo. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Enna, che sta raccogliendo elementi per chiarire il ruolo di ciascuno dei tre fermati e verificare se l’arma del delitto sia stata già recuperata.

La comunità di Capizzi è sotto shock. «Era un bravo ragazzo, non cercava guai», raccontano i compagni di scuola. In paese domina l’incredulità per una violenza così feroce. Una notte tragica, che lascia un’intera cittadina attonita e in attesa di giustizia per il giovane Giuseppe.

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