
L’esercito degli Stati Uniti sta procedendo all’ammodernamento e alla riattivazione di una vasta ex base navale risalente alla Guerra Fredda, situata a Porto Rico e abbandonata da oltre vent’anni. Questa attività di costruzione ha sollevato l’ipotesi di preparativi per operazioni militari prolungate dirette verso il Venezuela, un Paese con cui le relazioni diplomatiche rimangono tese. La notizia, riportata dall’agenzia di stampa Reuters, pone l’attenzione sulla base di Roosevelt Roads, un tempo una delle più grandi stazioni navali statunitensi a livello mondiale.
L’ammodernamento della base navale
Le attività di costruzione presso l’ex base navale di Roosevelt Roads sono state documentate sul posto a partire dal 17 settembre. L’intervento è focalizzato in particolare sulle infrastrutture aeroportuali della struttura. Squadre specializzate sono state fotografate mentre lavoravano per liberare e riasfaltare i raccordi che conducono direttamente alla pista di atterraggio. Questo tipo di manutenzione è essenziale per riportare la pista a uno standard operativo idoneo a supportare il traffico aereo militare. La base, situata nell’area caraibica, garantisce una posizione di eccezionale rilievo strategico per proiettare potenza e sorveglianza verso l’America Latina.
La storia di Roosevelt Roads: da gigante della guerra fredda all’abbandono
La base di Roosevelt Roads ha una storia lunga e significativa all’interno della strategia militare americana, in particolare nel contesto della Guerra Fredda. Fino al ritiro definitivo della Marina nel 2004, Roosevelt Roads era considerata una delle più grandi e importanti stazioni navali degli Stati Uniti a livello globale, fungendo da hub cruciale per le esercitazioni navali e aeree. La chiusura avvenuta più di vent’anni fa ha lasciato la struttura in uno stato di abbandono, rendendo l’attuale, improvvisa attività di ammodernamento un segnale particolarmente rilevante delle mutate priorità strategiche del Pentagono.
Russia pronta a inviare supermissili
A seguito delle crescenti tensioni con gli Stati Uniti, e dopo che il Venezuela ha sollecitato il supporto di Russia, Cina e Iran, un alto funzionario russo ha menzionato la possibile fornitura di missili moderni a Caracas. Alexei Zhuravlev, primo vicepresidente del Comitato di Difesa della Duma, ha suggerito che Mosca potrebbe fornire al Venezuela missili come l’Oreshnik o il Kalibr. Ha sottolineato che la Russia è già un partner tecnico-militare chiave per il Paese sudamericano, fornendo una vasta gamma di armamenti, dalle armi leggere agli aerei. Ha specificato che i caccia russi Su-30MK2 costituiscono la spina dorsale dell’aeronautica venezuelana, rendendola una delle forze aeree più potenti della regione.
Il deputato ha inoltre affermato che non ci sono impedimenti per la Russia a fornire a un alleato armi più avanzate. Poiché i dettagli esatti sulle forniture sono riservati, ha avvertito che gli Stati Uniti potrebbero ritrovarsi di fronte a inattese sorprese. Zhuravlev ha ribadito che nessun accordo internazionale vieta alla Russia di fornire missili di nuova generazione, come l’Oreshnik, o missili già utilizzati e affidabili, come il Kalibr, a una nazione amica.


