
L’attesa per le prossime elezioni regionali è stata segnata da una significativa azione della Commissione Antimafia, presieduta da Chiara Colosimo, che ha reso pubblica la lista dei candidati ritenuti «impresentabili» in base ai criteri stabiliti. Questa mossa ha immediatamente innescato una nuova e accesa polemica politica, mettendo sotto i riflettori le liste depositate in Campania e Puglia.
Nel complesso, la Commissione ha segnalato otto candidati distribuiti equamente tra le due regioni, quattro per ciascuna. Un dato degno di nota riguarda invece le elezioni in Veneto, dove le liste presentate non hanno evidenziato alcuna irregolarità, risultando pertanto regolari agli occhi della Commissione. L’attenzione si concentra ora sui nomi segnalati, le cui posizioni giudiziarie hanno portato a questa drastica valutazione di inopportunità a ricoprire cariche pubbliche.
Le anomalie riscontrate in Puglia
In Puglia, i riflettori si sono accesi su quattro candidati le cui situazioni giudiziarie hanno destato la preoccupazione della Commissione Antimafia. Ben tre di questi nomi provengono dalle liste che sostengono il candidato governatore di centrodestra Luigi Lobuono, espressione di Forza Italia. Il primo tra questi è Antonio Ruggiero di Forza Italia, per il quale il gup del tribunale di Bari ha già disposto il rinvio a giudizio per il grave reato di corruzione. Al suo fianco, nella stessa coalizione, figura Paride Mazzotta, a carico del quale il gip del tribunale di Lecce ha disposto il rinvio a giudizio per turbata libertà degli incanti, un reato che mira a tutelare la regolarità delle procedure di gara. Il terzo candidato del centrodestra pugliese a essere segnalato è Pasquale Luperti, anch’egli rinviato a giudizio per corruzione. Il quarto nome nella lista degli «impresentabili» in Puglia si distacca dalla coalizione di Lobuono, appartenendo alla lista Alleanza civica per la Puglia, collegata al candidato governatore Sabino Mangano. Si tratta di Marcello Cocco, la cui posizione è stata ritenuta irregolare a causa di una condanna a tre anni inflitta dal tribunale di Roma per il reato di accesso abusivo a sistema informatico. Questa segnalazione, che si aggiunge alla polemica politica su Aldo Patruno, candidato alle Regionali, amplifica il dibattito sulla moralità e l’integrità dei rappresentanti eletti.
I candidati campani sotto esame
Anche in Campania la Commissione Antimafia ha individuato un totale di quattro candidati le cui posizioni sono state giudicate in contrasto con i criteri di candidabilità etica. La maggioranza di queste segnalazioni, tre su quattro, riguarda le liste che appoggiano la corsa di Edmondo Cirielli, aspirante governatore per il centrodestra. Il primo candidato campano in questa lista è Davide Cesarini, che corre per la lista “Democrazia Cristiana con Rotondi”. Cesarini è stato condannato a 1 anno e 6 mesi per il reato di bancarotta fraudolenta. Ad aggravare la sua situazione, il Gip del Tribunale di Macerata ha emesso, in data 3 luglio 2024, un decreto che dispone il giudizio a suo carico anche per il reato di riciclaggio. Un altro nome di spicco nell’ambito del centrodestra campano è Luigi Pergamo, candidato nella lista “Pensionati consumatori Cirielli presidente”. Nei confronti di Pergamo, il gip del Tribunale di Firenze ha disposto il rinvio a giudizio per una pluralità di reati, tra cui spiccano autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, e i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Il terzo nome che sostiene Cirielli è Pierpaolo Capri, candidato per la lista “Unione di centro”, il quale è stato rinviato a giudizio per il reato di riciclaggio. L’attenzione della Commissione Antimafia si è tuttavia estesa anche al fronte opposto, colpendo Maria Grazia Di Scala, che si presenta con la lista “Casa riformista per la Campania” a sostegno di Roberto Fico, alfiere del campo largo. Di Scala è stata rinviata a giudizio per il reato di tentata concussione.
Le segnalazioni sui comuni sciolti per mafia
A margine delle verifiche sulle liste regionali, la Commissione Antimafia ha esteso il suo raggio d’azione, portando alla luce anche alcune criticità relative alle prossime elezioni comunali. Contestualmente all’uscita della lista degli «impresentabili» regionali, la Commissione ha segnalato quattro candidati che si presenteranno nelle elezioni in comuni sciolti per mafia. Nello specifico, si tratta dei comuni di Caivano, Monteforte Irpino, Acquaro e Capistrano. Questa ulteriore segnalazione sottolinea l’impegno costante della Commissione nel vigilare sull’integrità delle consultazioni elettorali a tutti i livelli amministrativi, specialmente in quei territori che hanno visto un recente commissariamento per infiltrazione mafiosa. La reazione del mondo politico è stata immediata, con figure come Roberto Fico (M5s) che hanno espresso il loro punto di vista, dichiarando che «Sarebbe stata importante una pausa elettorale» in un momento così delicato.


