
Dopo una partita, per ogni atleta l’alimentazione diventa parte integrante della performance. Proteine, carboidrati e tanta acqua sono gli elementi essenziali per recuperare energie e mantenere la concentrazione. Vale per tutti gli sportivi, ma soprattutto per i tennisti impegnati in questi giorni alle Atp Finals di Torino, dove il ritmo serrato delle partite e lo stress fisico impongono una gestione rigorosa dell’alimentazione.
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Il ruolo dell’alimentazione nel recupero
Dopo ogni match, il corpo ha bisogno di essere nutrito nel modo corretto. «Meglio il pesce della carne, per la qualità delle proteine e la più rapida digeribilità», spiega Fabrizio Angelini, nutrizionista della Juventus, del motociclista Francesco Bagnaia e membro dell’équipe Enervit che collabora anche con lo staff di Jannik Sinner.
Il principio è semplice: il pesce aiuta a reintegrare senza appesantire, mentre i carboidrati servono a ricostituire le riserve energetiche consumate durante la partita. E poi c’è l’elemento più importante, spesso sottovalutato: l’idratazione. L’acqua è fondamentale per riequilibrare l’organismo dopo ore di sforzo intenso e sudorazione.

Banana e integratori: piccoli gesti, grandi differenze
Durante i match, l’immagine dei tennisti che mangiano una banana tra un cambio campo e l’altro è ormai iconica. «Serve per spezzare il gusto degli integratori e allentare la tensione», racconta Angelini.
Il gesto non è solo una questione di zuccheri rapidi, ma di equilibrio mentale e fisico. «I ragazzi accumulano molto stress nello stomaco: per gestire le energie serve altro». Da qui l’utilizzo di integratori alimentari mirati, personalizzati in base alle esigenze del singolo atleta.
Per Sinner, spiega Angelini, si utilizzano prodotti a base di estratti di amarena e antiossidanti, utili per ridurre l’infiammazione muscolare e favorire un recupero più rapido. Tutto è calibrato con precisione, seguendo una dieta dinamica che varia a seconda degli obiettivi sportivi, dei viaggi, dei fusi orari e perfino delle condizioni climatiche.
Una routine calibrata su misura
Nel tennis professionistico, nulla viene lasciato al caso. Ogni scelta alimentare è studiata per ottimizzare la resa in campo. «Spesso ci si dimentica della vita che fanno questi ragazzi – ricorda Angelini, che in passato ha seguito anche Francesco Totti e Alessandro Del Piero –. Hanno orari folli, viaggiano di continuo, passano da un continente all’altro e sono chiamati a performare sempre al massimo. A fine partita, complice lo stress, lo stomaco è sottosopra».
In queste condizioni, la nutrizione sportiva diventa una scienza precisa: ogni grammo, ogni tempistica, ogni scelta conta. L’obiettivo è mantenere il corpo efficiente e la mente lucida, anche quando la fatica fisica e mentale si sommano.

Sinner, tra rigore e piccoli strappi alla regola
Perfezionista in tutto, Jannik Sinner segue con disciplina le indicazioni dei nutrizionisti. Nonostante la giovane età, ha già una routine alimentare consolidata, con pasti bilanciati e un controllo costante dell’apporto energetico. Tuttavia, non mancano i momenti di libertà. «Ogni tanto una pizza o un hamburger ci stanno», ammette Angelini. «Alla fine sono ragazzi, e anche per loro serve un po’ di normalità».
Il segreto, spiega il nutrizionista, è mantenere «la barra dritta» senza cadere negli eccessi di rigidità. Una dieta troppo severa, infatti, rischierebbe di sortire l’effetto opposto: tensione, calo dell’umore e minore rendimento.
Alimentazione e performance: una connessione totale
Nel tennis di vertice, il recupero è parte della competizione. Ogni pasto, ogni scelta, ogni abitudine concorre al risultato finale. Dietro le vittorie di atleti come Sinner c’è un lavoro meticoloso che unisce scienza, nutrizione e ascolto del corpo.
La sfida non è solo battere l’avversario sul campo, ma anche saper gestire un corpo che viaggia, si adatta e deve rendere sempre al massimo. Un equilibrio delicato in cui alimentazione e mente diventano due facce della stessa medaglia: quella del campione.


