
Il 12 novembre 2003 si consumò la strage di Nassiriya, uno dei più gravi attacchi subiti dalle forze italiane dalla Seconda Guerra Mondiale. Nella città irachena di Nāṣiriya, durante la missione Antica Babilonia avviata dopo la guerra in Iraq, un attentato terroristico colpì la base italiana dei Carabinieri provocando una tragedia di portata nazionale. Questo evento segnò profondamente la storia recente italiana, diventando il simbolo del sacrificio dei militari e civili impegnati nelle missioni di pace all’estero. A vent’anni di distanza, il ricordo di Nassiriya rimane vivo attraverso commemorazioni ufficiali e iniziative in tutta Italia.
Contesto storico
Nel 2003 l’Italia partecipò alla ricostruzione post-bellica in Iraq nell’ambito della missione “Operazione Antica Babilonia”, una missione di peacekeeping avviata a luglio di quell’anno su mandato ONU. Un contingente italiano, composto in prevalenza da unità dell’Esercito Italiano e dell’Arma dei Carabinieri, venne dispiegato nel sud del Paese, con base principale a Nassiriya, capoluogo della provincia irachena di Dhi Qar. Mentre l’Esercito scelse di accamparsi in periferia (presso la base “White Horse” vicino all’aeroporto di Tallil), i Carabinieri si insediarono nel centro abitato di Nassiriya per favorire il contatto con la popolazione locale, occupando due sedi denominate Maestrale e Libeccio. In queste strutture operava la Multinational Specialized Unit (MSU) a guida Carabinieri, incaricata di compiti di polizia militare e mantenimento dell’ordine. Il contesto generale in Iraq era tutt’altro che stabile: nonostante la fine ufficiale della guerra a maggio 2003, le forze della coalizione internazionale subivano continui attacchi da parte di insorti e gruppi terroristici locali.
L’attentato del 12 novembre 2003
La mattina del 12 novembre 2003, alle ore 10:40 locali (le 8:40 in Italia), un camion cisterna carico di esplosivo sfondò l’ingresso della base Maestrale, sede del reparto MSU italiano dei Carabinieri a Nassiriya. Due attentatori suicidi guidavano il veicolo, che esplose appena dentro il cancello provocando una deflagrazione devastante. L’esplosione fu talmente potente da far detonare anche il deposito munizioni della base, riducendo l’edificio in uno scheletro di cemento e investendo con l’onda d’urto anche la vicina base Libeccio. Fondamentale fu l’azione dell’appuntato Andrea Filippa, di guardia all’ingresso: riuscì a colpire i due terroristi prima che penetrassero nel cortile, impedendo al camion bomba di esplodere al centro della caserma ed evitando così una strage ancora più grave. Subito dopo l’attentato, i primi soccorsi ai feriti furono prestati dai Carabinieri stessi, affiancati dalla nuova polizia irachena e da civili del posto accorsi tra le macerie.
Vittime e feriti
L’attentato causò la morte di 28 persone, tra cui 19 italiani (17 militari e 2 civili) e 9 iracheni. In un solo colpo il terrorismo inflisse all’Italia una perdita pesantissima: morirono 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito e 2 civili italiani che si trovavano alla base. Tra questi ultimi vi erano un regista cinematografico, Stefano Rolla, e un cooperante internazionale, Marco Beci, che stavano documentando l’operato del contingente. Rimase gravemente ferita anche parte della troupe di Rolla e in totale si contarono oltre 20 feriti tra gli italiani, alcuni dei quali riportarono menomazioni permanenti. La base Maestrale risultò completamente distrutta dall’esplosione, mentre la base Libeccio – distante poche centinaia di metri – venne seriamente danneggiata.
In Italia la notizia provocò cordoglio e sgomento. Le salme dei caduti furono rimpatriate nei giorni seguenti e allestite nella camera ardente del Sacrario delle Bandiere al Vittoriano, a Roma, dove una folla commossa rese omaggio. I funerali di Stato si tennero il 18 novembre 2003 nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, alla presenza delle più alte cariche dello Stato e di circa 50.000 cittadini comuni. Per quel giorno il governo proclamò il lutto nazionale, unendo idealmente tutto il Paese nel dolore. I feretri dei militari caduti ricevettero gli onori solenni, scortati dai Corazzieri a cavallo, e il cardinale Camillo Ruini officiò la cerimonia funebre. Questa partecipazione popolare e istituzionale senza precedenti evidenziò l’enorme impatto emotivo della strage sull’opinione pubblica italiana.

Le indagini e le responsabilità
In seguito all’attentato, vennero avviate due indagini principali. La prima fu un’inchiesta interna militare, tesa a verificare l’adeguatezza delle misure di sicurezza adottate presso la base italiana. Su questo fronte emersero valutazioni divergenti: da un lato, una commissione dell’Esercito (affiancata dal generale Antonio Quintana) ritenne un errore aver installato la base nel centro cittadino senza adeguate barriere di protezione e percorsi obbligati di accesso; dall’altro, una commissione dell’Arma dei Carabinieri guidata dal generale Virgilio Chirieleison concluse che non vi furono gravi omissioni nella sicurezza predisposta sul sito. La seconda indagine fu condotta dalla Procura di Roma, con l’obiettivo di individuare mandanti ed esecutori dell’attacco, sebbene la complessa situazione irachena abbia reso difficile raccogliere prove certe. Si appurò innanzitutto la dinamica: l’esplosione fu causata da un camion cisterna imbottito con circa 300-400 kg di tritolo miscelato a liquido infiammabile. Sul fronte dei responsabili, emersero indicazioni di matrice fondamentalista: il terrorista giordano Abu Omar al-Kurdi, affiliato ad al-Qāʿida in Iraq, confessò di aver organizzato l’attentato. Secondo le sue dichiarazioni, la base “Maestrale” dei Carabinieri fu scelta come obiettivo proprio perché situata lungo una via principale impossibile da isolare completamente, il che la rendeva un bersaglio relativamente esposto. Nel corso degli anni successivi, alcune figure legate all’attacco furono ricercate e arrestate in Iraq, ma nessun processo risolutivo si è tenuto in Italia data la mancanza dei principali responsabili sul territorio nazionale.
Reazioni istituzionali
La strage di Nassiriya suscitò immediate reazioni da parte delle più alte istituzioni italiane. Il Presidente della Repubblica dell’epoca, Carlo Azeglio Ciampi, espresse profondo cordoglio e si recò personalmente a rendere omaggio alle salme dei caduti, definendo i militari uccisi “eroi caduti per la pace”. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dichiarò che l’attentato non avrebbe piegato l’impegno dell’Italia nelle missioni internazionali, pur aprendo nel Paese un dibattito sulla presenza militare in Iraq. In Parlamento vennero osservati minuti di silenzio e tutti i principali leader politici manifestarono unità nel dolore, al di là degli schieramenti.
Negli anni seguenti, l’evento di Nassiriya è divenuto un simbolo della memoria collettiva. Nel 2005 il Presidente Ciampi consegnò ai familiari dei caduti la Croce d’Onore alle vittime di atti terroristici, onorificenza istituita per riconoscere il sacrificio di militari e civili in circostanze come questa. Numerose città italiane hanno intitolato vie, piazze, parchi e monumenti ai “Caduti di Nassiriya”, affinché il loro ricordo resti vivo sul territorio. Sul piano storico, la missione Antica Babilonia in Iraq proseguì dopo la strage e si concluse solamente nel dicembre 2006; la lezione di Nassiriya portò a un rafforzamento delle misure di sicurezza nelle missioni all’estero, con l’adozione di basi più protette e protocolli più rigidi per l’accesso ai contingenti.
Un importante lascito istituzionale di Nassiriya è stata l’istituzione di una giornata commemorativa nazionale. Dal 2009, per legge dello Stato, il 12 novembre è divenuto il “Giorno del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”, occasione in cui l’Italia onora tutte le vittime delle missioni di pace, a partire proprio dai caduti di Nassiriya. Ogni anno in questa data le Forze Armate organizzano cerimonie di commemorazione e nelle scuole si promuovono attività didattiche sul significato del sacrificio di chi opera per la sicurezza internazionale.
Commemorazioni del ventennale
Nel 2023 l’Italia ha celebrato il ventennale della strage di Nassiriya con una serie di iniziative solenni e partecipate. A Roma, il 12 novembre 2023, si è tenuto un concerto commemorativo nella Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso – nel cuore della città – alla presenza delle più alte cariche dello Statoansa.it. L’evento, patrocinato dal Ministero della Difesa, ha visto l’esecuzione di brani sinfonici da parte della Young Musicians European Orchestra diretta dal maestro Paolo Olmi, insieme alle bande musicali dell’Esercito e dei Carabinieri, in onore dei caduti. In tutta Italia, e anche presso i contingenti militari italiani schierati all’estero, sono state deposte corone d’alloro nei monumenti dedicati e osservati minuti di silenzio in ricordo delle vittime.
Anche nel messaggio di oggi, ventiduesimo anniversario della strage, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato come “nella Giornata del Ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, la Repubblica rinnova il suo commosso pensiero a quanti hanno sacrificato la vita al servizio dell’Italia e della comunità internazionale, testimoniando con coraggio e dedizione il valore della solidarietà e dell’impegno per la pace tra i popoli.”. Anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel ricordare la ricorrenza, ha ringraziato le Forze Armate e il personale civile impegnato all’estero “a difesa dei nostri valori e della sicurezza di tutti noi”, dichiarando: “Non dimenticheremo mai il loro sacrificio”. Parole che riecheggiano il sentimento condiviso dal Paese intero, unito nel ricordo dei caduti di Nassiriya a vent’anni di distanza.
Bibliografia
- Ministero della Difesa – Iraq: Il Contingente Italiano commemora i Caduti di Nassiriya (comunicato stampa). Difesa.it, 12 novembre 2022.
- Presidenza della Repubblica – Messaggio del Presidente Mattarella in occasione del 20º anniversario della strage di Nassiriya. Quirinale.it, 12 novembre 2023.
- ANSA – Il 12 novembre concerto a Roma per il ventennale di Nassiriya. Ansa.it, 2 novembre 2023.
- Attentati di Nassiriya – Voce Wikipedia (consultata il 12/11/2025).
- Rai News – Ventidue anni fa la strage di Nassiriya, il ricordo delle istituzioni e l’impegno per la pace. RaiNews.it, 12 novembre 2025


