
A un giorno di distanza dai risultati sulle impronte della villetta di Garlasco – attribuite a Chiara Poggi, al fratello e a un carabiniere – arrivano gli esiti attesi dell’incidente probatorio sulle unghie della vittima. Il risultato, affidato alla perita della polizia scientifica Denise Albani su incarico della gip di Pavia Daniela Garlaschelli, ricalca di fatto quanto già emerso nel processo d’appello bis a carico di Alberto Stasi: il Dna è incompleto, misto e non identificativo di un singolo individuo.
L’analisi, condotta su tracciati elettroforetici già oggetto di studio nel 2014, definisce il profilo come aplotipo Y — riconducibile a una linea paterna maschile — ma parziale, misto e non consolidato. Ciò significa che la sequenza genetica non permette di identificare né di escludere alcuna persona, compreso l’attuale indagato Andrea Sempio. Le unghie, ormai non più esistenti poiché sciolte durante le estrazioni precedenti, non consentono nuove verifiche.
La difesa di Stasi, i pm e i loro consulenti continuano a sostenere che uno dei profili presenti possa essere riconducibile a Sempio; la difesa dell’indagato e la famiglia Poggi, invece, ribadiscono che il materiale genetico raccolto è insufficiente per trarre conclusioni attendibili. Il perito Giovanni Di Censo, incaricato di esaminare le impronte sulle paradesive, ha confermato che appartengono alla vittima, al fratello e a un carabiniere.
Resta esclusa dall’incidente probatorio la “impronta 33”, individuata su una parete delle scale che portano al seminterrato e ritenuta dagli inquirenti compatibile con il profilo di Sempio: la difesa e la parte civile sostengono che non gli sia attribuibile. La relazione finale di Albani sarà consegnata prima dell’udienza fissata per il 18 dicembre.
Intanto, sul fronte parallelo dell’inchiesta per corruzione condotta dalla Procura di Brescia, l’avvocato Massimo Lovati ha ricevuto un invito a comparire come persona informata sui fatti. A comunicarlo è stato il suo portavoce Alfredo Scaccia, che ha riferito che il legale si presenterà in Procura “da solo, senza difensore, per confermare quanto già dichiarato alla stampa”.
L’annuncio ha provocato la reazione dell’avvocato Fabrizio Gallo, difensore di Lovati, che ha deciso di rinunciare al mandato dopo aver appreso solo di recente della nomina di Scaccia come portavoce. Nella stessa indagine, i pm Chiara Bonfadini e Claudia Moregola hanno ascoltato come testimoni gli ex legali di Sempio, Federico Soldani e Simone Grassi, nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e il padre di Sempio. Sul punto, il Riesame ha annullato le perquisizioni e il sequestro dei dispositivi del magistrato.


