
cossone politico a Kiev. La premier Yulia Svyrydenko ha annunciato che, oltre alla ministra dell’Energia Svitlana Grynchuk, anche il ministro della Giustizia German Galushchenko ha rassegnato le dimissioni in seguito al maxi scandalo di corruzione che ha travolto il settore energetico del Paese.
Secondo fonti governative, le dimissioni sarebbero arrivate dopo giorni di pressioni interne e di accertamenti condotti dal Comitato nazionale anticorruzione. Lo scandalo, che riguarda presunti appalti truccati e fondi pubblici dirottati, avrebbe coinvolto alti funzionari dei ministeri e dirigenti di società statali dell’energia.
«Stiamo affrontando questo momento con trasparenza e responsabilità», ha dichiarato Svyrydenko, sottolineando che «nessuno è al di sopra della legge, nemmeno i membri del governo». La premier ha aggiunto che nelle prossime ore verranno nominati ministri ad interim “per garantire la continuità amministrativa e la stabilità del settore in un momento cruciale per il Paese”.
Le dimissioni segnano il più grave terremoto politico per il governo Svyrydenko da quando è iniziata la guerra, e arrivano in un contesto già delicato, con l’inverno alle porte e il sistema energetico ucraino messo a dura prova dagli attacchi russi.
Secondo la Nabu, l’agenzia anticorruzione ucraina, Galushchenko avrebbe avuto un ruolo di vertice in un sistema di tangenti e appalti truccati che drenava fondi destinati alla protezione delle infrastrutture energetiche dagli attacchi russi. Nelle intercettazioni il ministro sarebbe indicato come “il professore”, un soprannome emerso in oltre mille ore di registrazioni raccolte in quindici mesi di indagine.
Le inchieste hanno già portato alla luce legami pericolosi con personaggi vicini al mondo presidenziale, tra cui Timur Mindich, co-fondatore dello studio televisivo Kvartal 95 e amico personale di Zelensky. Mindich, accusato di riciclaggio di fondi provenienti dagli aiuti internazionali, sarebbe fuggito all’estero il giorno stesso in cui la Nabu ha tentato di interrogarlo.
L’affaire Energoatom ha innescato uno scontro interno tra le forze anticorruzione e i servizi di sicurezza, la Sbu, guidata da un altro fedelissimo del presidente, Vasyl Maljuk. Alcuni inquirenti della Nabu, tra cui il capo sezione Ruslan Magamedrasulov, sono stati arrestati con accuse di cooperazione con Mosca, circostanza che molti osservatori leggono come una rappresaglia politica.
“Questo caso può diventare la più grande rivelazione di corruzione nella storia dell’Ucraina”, ha dichiarato il giornalista investigativo Yuriy Nikolov, fondatore del sito Nashi Hroshi, ricordando come il dossier tocchi direttamente l’entourage presidenziale. Anche altri membri del governo, tra cui l’ex ministro della Difesa Reznikov e il procuratore generale Kostin, erano già stati rimossi per scandali simili.
L’annuncio del licenziamento di Galushchenko è arrivato dalla premier Yulia Svyrydenko, che ha affidato l’interim alla vice ministra Lyudmila Sugak. “Non mi aggrapperò alla carica – ha dichiarato l’ex ministro –. Mi difenderò sul piano legale e dimostrerò la mia posizione”. Zelensky, nel frattempo, ha ribadito che “la lotta alla corruzione è una priorità assoluta” e che “chi ha costruito schemi corruttivi dovrà affrontare conseguenze chiare e concrete”.
Secondo gli inquirenti, il gruppo corrotto intascava tra il 10 e il 15 per cento degli appalti di Energoatom, un colosso con un fatturato annuo di circa 200 miliardi di dollari, vitale per il sistema elettrico ucraino. Le tangenti sarebbero state riciclate attraverso società di comodo collegate a Andriy Derkach, ex deputato e ora senatore russo, ritenuto vicino ai servizi di Mosca.
L’inchiesta, che coinvolge ministri, imprenditori e amici personali del presidente, rischia ora di minare la credibilità internazionale di Kiev in un momento delicatissimo della guerra e dei negoziati per gli aiuti occidentali. Il “caso Energoatom” appare come una delle prove più dure per la leadership di Zelensky, chiamata a dimostrare che la trasparenza resta un pilastro anche in tempo di guerra.


