Tutte le venti persone a bordo dell’aereo militare C-130 Hercules precipitato martedì in Georgia sono morte. Lo ha confermato mercoledì il ministero della Difesa turco, ponendo fine a ore di incertezza e attesa per le famiglie dei militari coinvolti.
L’incidente ha coinvolto un velivolo da trasporto militare che si trovava in missione ufficiale. Per diverse ore non era chiaro se vi fossero superstiti, mentre sui social circolavano frammenti di video e testimonianze non verificate.
Mercoledì mattina una squadra di investigatori turchi è arrivata sul luogo dell’impatto per collaborare con le autorità georgiane e chiarire le cause della tragedia. Al momento, tuttavia, le circostanze dell’incidente restano ancora poco definite.
Nei filmati diffusi online si vede l’aereo precipitare in picchiata, avvitandosi su se stesso prima di schiantarsi al suolo. Le immagini, riprese da lontano, mostrano anche una lunga scia di fumo, segno di un possibile guasto tecnico o perdita di controllo.
Il C-130 Hercules, prodotto dalla statunitense Lockheed Martin, è considerato uno dei velivoli da trasporto militare più affidabili al mondo. In servizio dagli anni Cinquanta, viene utilizzato da numerose forze armate per il trasporto di materiali, veicoli e truppe.
A differenza dei jet civili, il C-130 è dotato di quattro motori turboelica, che gli permettono di decollare e atterrare anche su piste corte o non asfaltate. Questa caratteristica lo rende particolarmente utile per le operazioni in zone difficili o in contesti di emergenza.
Nonostante la lunga storia di servizio e la reputazione di robustezza, il modello non è immune da incidenti. Negli ultimi anni si sono registrati altri episodi simili in diversi paesi, spesso legati a problemi meccanici o errori umani.
Le autorità turche hanno espresso il loro cordoglio per le vittime, promettendo un’indagine approfondita. “Faremo piena luce su quanto accaduto”, ha dichiarato il ministero in una nota ufficiale, chiedendo il rispetto del lutto per le famiglie coinvolte.
In Turchia, la notizia ha suscitato profonda commozione e numerosi messaggi di solidarietà sono arrivati dai vertici delle forze armate e dai rappresentanti politici. La bandiera nazionale è stata esposta a mezz’asta nelle principali basi militari del paese.