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Delitto Paganelli, il giudice esclude lo stalking: resta in piedi l’inchiesta per minacce e diffamazione

Pubblicato: 14/11/2025 19:36

La vicenda giudiziaria legata all’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa nel 2023 a Rimini, si arricchisce di un nuovo capitolo. Il giudice per le indagini preliminari ha infatti deciso di archiviare l’accusa di stalking presentata dalla difesa di Manuela Bianchi nei confronti dell’ex amica e vicina di casa Valeria Bartolucci, moglie di Louis Dassilva. L’uomo, lo ricordiamo, è imputato con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato, perché secondo la Procura avrebbe tolto la vita alla suocera di Bianchi per impedirle di rivelare alla moglie la relazione extraconiugale tra i due.

“È un’accusa seria, ma non si rintraccia nel caso di specie questo reato”, ha spiegato il giudice, escludendo che gli episodi contestati integrino gli elementi necessari per configurare la fattispecie di atti persecutori.

Il contesto: minacce, tensioni e accuse incrociate

Secondo quanto denunciato, dopo aver saputo della relazione fra Bianchi e Dassilva, Valeria Bartolucci avrebbe assunto comportamenti ritenuti ostili e minacciosi. La Bianchi sosteneva che la donna avesse rivolto frasi allarmanti anche nei confronti della nipote minorenne della vittima. A una collega, Bartolucci avrebbe riferito di voler togliere a Manuela “la cosa più cara della sua vita” e, parlando del tradimento subito, avrebbe detto: “Per farle vivere quello che ho vissuto io”.

Nonostante questo clima di forte tensione, per il giudice non emergono i presupposti dello stalking, e dunque il capo d’accusa non potrà proseguire.

Il secondo fascicolo resta aperto: diffamazione, minacce e percosse

Archiviata l’ipotesi più grave, resta però in piedi un altro procedimento che vede Bartolucci indagata per diffamazione aggravata, minacce aggravate e percosse.
Le contestazioni risalgono ai giorni immediatamente precedenti l’arresto di Dassilva, quando tra le due donne si era consumato un violento scontro verbale davanti a telecamere e giornalisti.

Era il 2 luglio, quando dalla porta tagliafuoco dei garage di via del Ciclamino erano usciti Bartolucci e il marito, incrociando proprio Manuela Bianchi, nuora della vittima. A quel punto sarebbe partita una raffica di frasi al veleno. “Mi fai vomitare”, avrebbe detto Bartolucci. La risposta della Bianchi sarebbe stata immediata e molto accesa, fino a sfiorare la rissa: secondo alcuni testimoni, ci sarebbe stato perfino un tentativo di aggressione con calci.

Uno scenario complesso attorno al delitto Paganelli

Il caso, già intricato per il presunto movente passionale, continua quindi ad allargarsi con nuovi fronti giudiziari che ruotano attorno alle figure chiave della vicenda.
Nel frattempo, il processo a carico di Louis Dassilva prosegue, mentre il clima in via del Ciclamino resta teso, segnato da rancori, sospetti e ricostruzioni contrastanti che saranno la magistratura e le prossime udienze a chiarire.

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