
Una pioggia di proposte di modifica si è abbattuta sulla manovra economica, con numeri che raccontano da soli la portata dello scontro parlamentare. Nella Commissione Bilancio del Senato è infatti arrivato un vero e proprio fiume di emendamenti: circa 1.600 soltanto dalla maggioranza, così suddivisi: 677 da Forza Italia, quasi 500 da Fratelli d’Italia, 399 dalla Lega e 62 da Noi Moderati. Le opposizioni, come previsto, hanno rilanciato in maniera massiccia, raggiungendo quota 3.800. Ora, nel passaggio decisivo, tutto dovrà essere scremato entro il 18 novembre, data di scadenza per i cosiddetti “segnalati”, fissati in 414.
A confermare i numeri è stato Nicola Calandrini, presidente della commissione e senatore di FdI, che ha precisato: «Oggi, venerdì 14 novembre, si è chiusa la finestra per la presentazione degli emendamenti alla legge di Bilancio: sono stati depositati 5742 emendamenti». Un volume di interventi che, secondo Calandrini, dimostra «l’attenzione e la volontà di tutte le forze politiche di contribuire al miglioramento della manovra». Il senatore ha poi ricordato che «la prossima scadenza sarà martedì, quando i gruppi parlamentari depositeranno i circa 400 emendamenti segnalati». A quel punto inizierà la fase più delicata, «che richiederà serietà, metodo e senso di responsabilità da parte di tutti».
Il clima politico e il nodo degli emendamenti sensibili
Calandrini ha sottolineato anche l’andamento positivo delle discussioni preliminari: «Giovedì abbiamo concluso una discussione generale ampia e partecipata. Voglio sottolineare il clima positivo che si è registrato». Secondo il senatore, relatori e governo hanno dato un contributo significativo al confronto: «È la dimostrazione che, quando si lavora con rispetto reciproco, anche le differenze possono diventare un valore». Il presidente della Commissione auspica che questo spirito possa accompagnare anche le prossime fasi: «Parliamo di migliaia di emendamenti, e sarà necessario affrontarli con attenzione e disponibilità al confronto».
Tra le proposte della maggioranza spicca quella firmata dal senatore di FdI Antonio Iannone, che annuncia un emendamento per la riapertura dei termini della sanatoria edilizia del 2003. «In virtù di quella legge – spiega Iannone – ci sono state persone che hanno avuto la possibilità di accedere alla sanatoria ed altri invece che, pur avendo pagato, ne sono rimasti fuori per errore della Regione Campania». Il senatore chiarisce che si parla di edifici «non realizzati in zone rosse» e quindi regolarizzabili, ma spetterà alle Regioni definire le modalità di accesso.
Le opposizioni attaccano: “assalto alla diligenza”
Durissima la reazione di parte dell’opposizione. Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in Commissione Bilancio alla Camera, parla di «una significativa presa di distanza dalla manovra di Giorgetti», definita «inadeguata, inefficace e incapace di affrontare le reali emergenze del Paese». Per Pagano, i 1.600 emendamenti della maggioranza sono «la prova più evidente» del malessere interno.
Ancora più diretto Antonio Misiani, responsabile Economia del PD, che su X ha ricordato: «In due anni sulla Legge di bilancio la maggioranza in Parlamento è passata da zero emendamenti ai 1.600 presentati quest’anno. Alla faccia della compattezza della destra».
Sul fronte delle opposizioni, il conteggio finale degli emendamenti vede il M5S a quota 1.671, il Pd 1.160, Alleanza Verdi e Sinistra 533, Italia Viva 354 e Azione 96.


