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Leonardo morto soffocato all’asilo, arriva la notizia dalle indagini: “Vietate da 20 anni”

Pubblicato: 14/11/2025 18:00

Nel paese di Soci il dolore è ancora vivo dopo la morte del piccolo Leonardo, il bimbo di due anni rimasto soffocato dal laccio della sua felpa mentre giocava nel giardino dell’asilo nido. Giovedì sera, alla fiaccolata organizzata per ricordarlo, sono scese in strada circa 1.500 persone, unite dal lutto e dal bisogno di capire come sia potuta accadere una simile tragedia.

La comunità è scossa, e tra i cittadini circola già la parola negligenza, sebbene gli investigatori mantengano prudenza. La procura di Arezzo, che coordina le indagini affidate ai carabinieri, non esclude l’ipotesi di una possibile omissione di vigilanza, ma al momento non ci sono certezze né responsabilità definite.

La partecipazione è stata enorme, con presenze anche dal resto del Casentino, territorio già colpito da episodi tragici recenti. A Bibbiena e Terranuova, diversi sindaci hanno disposto le bandiere a mezz’asta, un gesto simbolico per mostrare vicinanza alla comunità di Soci.

Il dolore ha travolto anche il personale dell’asilo. Una maestra, sotto choc, avrebbe gridato «voglio morire anch’io» prima di essere accompagnata in ospedale in preda a una forte crisi d’ansia. Davanti al cancello del nido “Ambarabà Ciccì Coccò” ora è sorto un piccolo altarino: peluche, fiori e biglietti lasciati dalle famiglie del territorio.

Da Arezzo è arrivata la lettera di cordoglio del vescovo Andrea Migliavacca, mentre nessuno ha trovato la forza di avvicinare i genitori, Alessandro e Caterina, e il loro figlio maggiore. In paese circolano ricordi del nonno che ogni mattina accompagnava Leonardo al nido, una routine ora spezzata da un dolore difficile da comprendere.

Cinque educatrici indagate per omicidio colposo

Cinque educatrici del nido di Soci, dove il piccolo Leonardo Ricci è morto strozzato, hanno ricevuto un avviso di garanzia nel primo pomeriggio di venerdì 14 novembre con l’accusa di omicidio colposo. Le indagate appartengono alla sezione dell’asilo riservata ai bambini di età compresa tra i 13 mesi e i tre anni. Tra le persone coinvolte c’è anche la maestra che, a seguito della tragedia, aveva accusato un malore ed era stata costretta a ricorrere alle cure presso l’ospedale di Bibbiena.

Asilo nido italiano, immagine di repertorio

L’ipotesi investigativa principale, delineata nel rapporto dei carabinieri di Bibbiena consegnato al PM Angela Masiello e alla procuratrice di Arezzo Gianfederica Dito, è quella di un ritardo fatale nell’attivazione dei soccorsi al bambino. Il personale dell’asilo “Ambarabà ciccì coccò” si sarebbe accorto dell’incidente, in cui Leonardo è rimasto impigliato in un ramo con il giubbotto-felpa che lo ha soffocato, solo nel momento in cui è stata effettuata la conta dei bambini per riportarli all’interno della struttura per il pranzo. Resta da stabilire con precisione quanto tempo sia intercorso prima che l’allarme fosse lanciato; la Procura ha disposto un’autopsia, che si svolgerà all’inizio della prossima settimana, per chiarire questo e altri aspetti della dinamica.

Le indagini e il dolore del paese

Un gioco mortale: la nuova ipotesi degli investigatori

Il piccolo Leo si stava arrampicando su un arbusto? E se sì, perché nessuno gli ha detto di scendere? Sono le domande che da agitano l’inchiesta per la morte del bimbo di due anni che ha perso la vita all’asilo nido di Soci. Questa la nuova ipotesi degli investigatori: il bimbo non stava correndo ma forse si era aggrappato sull’arbusto quando poi è caduto e la sua felpa è rimasta impigliata in un ramo della siepe. Una sequenza drammatica che è sfociata nella tragedia.

Anche ieri i carabinieri della compagnia di Bibbiena hanno continuato a raccogliere testimonianze, ispezionare gli spazi del nido — ancora sotto sequestro — e documentare ogni dettaglio del giardino. Una delle ipotesi al vaglio, basata sul racconto dei primi soccorritori, è che Leonardo possa aver tentato di arrampicarsi su un alberello, rimanendo poi impigliato con il laccio.

Se questa dinamica fosse confermata, la possibilità di una distrazione nella vigilanza assumerebbe più consistenza, anche se è ancora presto per trarre conclusioni. Il primo rapporto dei carabinieri dovrebbe arrivare oggi sulla scrivania del pm Angela Masiello, che valuterà se aprire un fascicolo contro ignoti o iscrivere qualcuno del personale. Intanto, dalla cooperativa Koinè, che gestisce l’asilo, arriva la rassicurazione che tutti i parametri di sicurezza risultavano regolari.

Ingresso di un asilo nido, immagine di repertorio

Una comunità distrutta

La famiglia Ricci è molto conosciuta in paese. Leonardo viveva con i genitori e il fratellino in una casa non lontana dal nido. I nonni, devastati dal dolore, non riescono a parlare. “Non si può morire così, a due anni, nel giardino di un nido”, ha detto con voce rotta la prozia del bambino. Parole che racchiudono l’incredulità e la rabbia di un’intera comunità che cerca risposte.

Ambulanza intervenuta sul luogo della tragedia a Soci

Le reazioni e l’attesa per l’autopsia

La Procura attende ora i risultati dell’autopsia e delle analisi sul posto per capire se l’incidente fosse davvero inevitabile o se una maggiore attenzione avrebbe potuto salvare la vita del piccolo. Per Soci, per Bibbiena e per tutto il Casentino, Leonardo resterà per sempre “il bambino dagli occhi chiari”, simbolo di un dolore che nessuno potrà dimenticare.

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Ultimo Aggiornamento: 14/11/2025 22:36

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