
Per anni è rimasto sullo sfondo, quasi un dettaglio marginale. E invece lo scontrino del parcheggio che dovrebbe costituire l’alibi di Andrea Sempio torna oggi al centro dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, riportando con sé interrogativi che pesano come macigni sulla ricostruzione di quel 13 agosto 2007. Un pezzo di carta che avrebbe potuto — e forse dovuto — diventare un reperto cruciale, ma che non è mai stato sequestrato.
L’originale, rivela l’Adnkronos, è ancora nelle mani dello stesso indagato. Negli atti, solo una copia. Un dettaglio che apre un varco nelle certezze investigative e che aggiunge un nuovo frammento alla vicenda che sta scuotendo uno dei casi di cronaca più discussi dell’ultimo ventennio.
L’ombra lunga dello scontrino
Fu Sempio, circa un anno dopo il delitto, a consegnare spontaneamente lo scontrino del parcheggio di Vigevano, sostenendo che documentasse i suoi spostamenti la mattina dell’omicidio. Il ticket riporta data e orario, ma non la targa dell’auto: un particolare che all’epoca convinse gli inquirenti a non attribuirgli grande valore probatorio.
Così quel foglietto non venne mai sequestrato. Oggi è una copia a figurare nel fascicolo, mentre l’originale resta al di fuori del perimetro giudiziario. Un’anomalia che non passa inosservata, soprattutto ora che l’indagine sulla posizione di Sempio — amico del fratello della vittima — si è riaperta tra nuove analisi del DNA, contestazioni procedurali e sospetti di atti omissivi nelle prime fasi investigative.
Un tassello nella nuova indagine
Il mancato sequestro del ticket viene ora riletto alla luce delle attuali contestazioni mosse dalla Procura di Pavia. La domanda che rimbalza tra gli atti è semplice e inquietante: perché non acquisire formalmente un documento che, se autentico, avrebbe potuto cristallizzare un alibi?
L’ipotesi è che lo scontrino non fosse ritenuto determinante, vista l’assenza della targa che collegasse l’auto al ticket. Ma oggi, con la riapertura del quadro probatorio e i dubbi sulle precedenti fasi d’indagine, anche quel dettaglio torna a far rumore.
Un caso che continua a riaprirsi
La vicenda giudiziaria dell’omicidio di Garlasco non smette di produrre nuovi scenari. Le recenti risultanze tecniche sul materiale genetico, il ruolo della linea paterna Sempio, i sospetti su telefonate anomale intercettate nel 2017: ogni elemento sta contribuendo a ridisegnare la mappa del caso.
In questo mosaico complesso, anche un piccolo scontrino può diventare un indizio decisivo. O l’ennesimo buco nero di un’indagine che continua a interrogare il Paese.


