
Putin avverte l’Europa: “La Russia non vuole combattere, ma se saremo attaccati risponderemo subito”
A Mosca è iniziato il vertice tra l’inviato Usa Steve Witkoff, il presidente Vladimir Putin e il genero di Trump, Jared Kushner. Da quasi tre anni, il conflitto tra Russia e Ucraina si trova in una fase di logoramento che ha trasformato l’intera regione in un fronte instabile. L’avanzata russa, rallentata negli ultimi mesi, continua a concentrarsi soprattutto nel Donbass, dove Mosca prova a consolidare il controllo su territori strategici come Avdiivka e Bakhmut. Kyiv, da parte sua, affronta una grave carenza di munizioni e personale, mentre attende nuovi aiuti occidentali. Il fronte resta fluido ma segnato da un equilibrio precario, con progressi russi lenti ma costanti e una crescente difficoltà ucraina nel mantenere le linee difensive. Pessimista Trump, che definisce la situazione “un disastro”.
Parallelamente, la tensione internazionale è in aumento: gli Stati europei rafforzano il sostegno militare a Kyiv, mentre la NATO intensifica pattugliamenti e attività deterrenti lungo il fianco orientale. L’inverno, con il rischio di nuove ondate di attacchi alle infrastrutture energetiche ucraine, potrebbe aggravare ulteriormente la crisi umanitaria e militare, rendendo ancora più fragile una situazione già complessa. In questo contesto, ogni dichiarazione dei leader coinvolti assume un peso significativo.
Trump: “Lasciate che vi dica che è un disastro”
Quella tra Russia e Ucraina “non è una situazione facile”, secondo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. “Lasciate che vi dica che è un disastro”, ha aggiunto parlando alla riunione di governo alla Casa Bianca
Putin: “La Russia non ha intenzione di combattere, ma…”
Le parole pronunciate da Vladimir Putin – «La Russia non ha intenzione di combattere con l’Europa, ma se l’Europa inizierà, saremo subito pronti» – arrivano proprio nel momento in cui il Cremlino tenta di proiettare fermezza verso l’esterno e rassicurazione verso l’interno. Il presidente russo ha ribadito che Mosca non desidera un conflitto diretto con l’Occidente, ma non esiterebbe a reagire se ritenesse minacciata la propria sicurezza. Un messaggio di deterrenza, rivolto soprattutto ai Paesi dell’Unione Europea che stanno intensificando il supporto militare all’Ucraina.
Sul piano diplomatico, gli appelli a un negoziato restano deboli e frammentati, mentre la guerra continua a segnare il destino del continente. Intanto, la retorica del Cremlino si irrigidisce e l’Europa teme un nuovo salto di tensione. La sensazione, sempre più diffusa, è che il conflitto sia entrato in una fase in cui la diplomazia appare lontana e le mosse militari prevalgono sulle aperture al dialogo. In questo quadro, dichiarazioni come quelle di Putin rischiano di alimentare ulteriori fratture tra Mosca e le capitali europee.


