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“Attenzione alle nuove Brigate Rosse”, l’allarme shock di Crosetto

Pubblicato: 07/12/2025 10:47

Da mesi l’Italia sembra immersa in un clima teso, quasi elettrico, in cui la protesta sfuma sempre più spesso in episodi di violenza ordinaria. Le piazze, tradizionale luogo di confronto civile, si sono trasformate in scenari nei quali rabbia e frustrazione trovano sbocchi improvvisi e radicali. A rendere ancora più evidente questa deriva ci sono immagini sempre più frequenti: manifesti strappati, cori ostili, oggetti dati alle fiamme, simboli istituzionali profanati. Una sequenza di gesti che, sommati, restituiscono l’immagine di un Paese in cui la contrapposizione politica sta scivolando verso forme estreme.
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Il quadro si complica ulteriormente quando ciò che accade nelle strade finisce con l’estendersi ai luoghi dell’informazione e della cultura. Assalti contro redazioni considerate ostili, presidi che degenerano, confronti pubblici annullati all’interno delle Università. È una spirale che alimenta paura e incertezza, un contesto che richiama alla memoria stagioni buie della storia nazionale, dove la tensione sociale ha lasciato spazio all’azione di gruppi organizzati.

L’allarme di Guido Crosetto

È in questo scenario che il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha lanciato un messaggio destinato a far discutere. In un’intervista rilasciata ad Avvenire, il ministro ha parlato apertamente di un clima d’odio crescente, evocando il rischio di un ritorno agli anni segnati dal terrorismo politico. A suo avviso, l’Italia si troverebbe di fronte alla possibilità di assistere alla nascita di “Brigate Rosse 4.0”, un’espressione forte che sintetizza il timore di vedere riemergere forme di lotta clandestina alimentate da fanatismi ideologici.

Crosetto ha descritto “un’aria brutta, pesante, irragionevole, violenta”, alimentata da un conflitto politico che, invece di riportare al confronto democratico, rischia di radicalizzare gli animi. Il ministro ha denunciato un odio ideologico che, a suo dire, sta crescendo in modo costante e preoccupante. Da qui il suo appello a tutte le forze politiche, affinché la risposta sia bipartisan e capace di frenare una deriva che potrebbe sfuggire al controllo delle istituzioni.

Il nodo della leva e il chiarimento del ministro

Nell’intervista Crosetto ha affrontato anche uno dei temi più discussi delle ultime settimane: la proposta di una leva volontaria. Il ministro ha ribadito con fermezza di non voler reintrodurre alcuna forma di servizio obbligatorio. Ha spiegato che le Forze Armate italiane operano già da tempo con personale reclutato su base volontaria e che non esiste alcuna intenzione di riportare in vita la leva obbligatoria.

La sua proposta, precisa, punta alla creazione di una “riserva” di persone con competenze tecniche, tecnologiche e militari, figure capaci di dare supporto in caso di emergenza e di svolgere anche un ruolo sociale. Una struttura che, nelle intenzioni del ministro, non avrebbe alcun carattere coercitivo né tantomeno mirerebbe a “militarizzare il Paese”. Una scelta che, sottolinea, dovrà essere discussa e decisa dal Parlamento, chiamato a partecipare alla costruzione di un progetto pensato “per l’Italia, non solo per la Difesa”.

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