
Il caso della madre con i suoi tre figli ospitati in una struttura protetta di Vasto continua a far discutere la comunità locale e l’amministrazione di Palmoli, che da settimane sostiene i costi dell’accoglienza. L’intervento, attivato in emergenza per garantire sicurezza e tutela ai minori, ha generato una spesa significativa per un Comune che conta meno di mille abitanti e che dispone di risorse finanziarie limitate. La vicenda sta quindi assumendo un peso non solo sociale, ma anche economico, con ripercussioni dirette sul bilancio dell’ente.
Secondo quanto stabilito, il costo applicato alla struttura è fissato al minimo previsto dalla normativa, pari a 70 euro al giorno per ciascun componente del nucleo familiare. Una tariffa che, pur essendo tra le più basse consentite, comporta un esborso complessivo di 280 euro al giorno per i quattro ospiti. Una cifra che, giorno dopo giorno, incide in maniera crescente sul budget comunale, alimentando interrogativi sulla sostenibilità dell’intervento nel lungo periodo.
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Le cifre sostenute finora dal Comune di Palmoli
Dal 20 novembre ad oggi, l’accoglienza della famiglia ha comportato una spesa complessiva di 5.040 euro, calcolata sulla base dei 280 euro quotidiani per madre e tre figli. Si tratta di un importo rilevante per un piccolo Comune, che deve far fronte contemporaneamente ad altri capitoli di spesa e ai vincoli imposti dalla finanza pubblica. La permanenza nella struttura, pur necessaria per tutelare persone considerate fragili, sta quindi ponendo l’amministrazione di fronte a una gestione economica complessa.
Il caso ha riportato al centro dell’attenzione anche il tema più generale dei costi dei servizi sociali, spesso insostenibili per territori con popolazione ridotta. L’esperienza di Palmoli evidenzia come situazioni improvvise possano mettere a dura prova le capacità operative ed economiche di un piccolo ente, costringendolo a destinare risorse consistenti a interventi non programmati.

La situazione di Nathan e la sistemazione gratuita in un B&B
Parallelamente, la vicenda include anche la posizione di Nathan, che ha trovato una sistemazione gratuita in un B&B, dove ha potuto trascorrere la sua prima notte in una casa vera dopo un periodo di forte precarietà. Diversamente dalla madre e dai fratelli, la sua permanenza non comporta costi per il Comune, essendo frutto di un gesto di disponibilità da parte della struttura ricettiva.
Questa soluzione parallela mette in luce un elemento ricorrente nelle emergenze sociali: il ruolo della solidarietà privata, che in alcuni casi riesce ad alleggerire il carico degli enti pubblici. Il caso di Nathan, pur distinto da quello della famiglia protetta, si inserisce nello stesso contesto territoriale e contribuisce a delineare il quadro complessivo degli interventi attivati in questi giorni.

Un peso rilevante sui bilanci e le preoccupazioni della comunità
La spesa già sostenuta e quella che potrebbe accumularsi nelle prossime settimane rappresentano per Palmoli un impegno economico importante. Il tema non riguarda solo l’immediato, ma la prospettiva di dover garantire in futuro servizi simili senza strumenti finanziari adeguati. È una criticità che molti piccoli Comuni italiani condividono e che riaccende la discussione sulla necessità di fondi dedicati, capaci di supportare gli enti locali nei casi di emergenza sociale.
La vicenda mette dunque in evidenza un problema strutturale: la difficoltà di conciliare protezione delle persone fragili, obblighi istituzionali e sostenibilità economica. Una sfida che, in assenza di interventi più ampi, rischia di lasciare i piccoli territori soli a fronteggiare situazioni complesse e costose, pur nel rispetto imprescindibile del diritto all’accoglienza e alla sicurezza dei cittadini più vulnerabili.


