
Il viale a mare di Marina di Pietrasanta si è svegliato con una scritta che ha immediatamente acceso le tensioni politiche: un “Spara a Giorgia” accompagnato dalla sigla delle Brigate Rosse, tracciato in nero su un muro a pochi passi dal lungomare. L’ipotesi più accreditata è che la scritta sia stata fatta da un gruppo di giovani, ma per ora non si sa abbastanza per trarre conlcusioni. L’immagine, pubblicata da Giovanni Donzelli, ha riportato al centro del dibattito il tema dell’odio politico e del rischio che certi messaggi, anche quando sembrano gesti isolati, possano trasformarsi in un clima che richiama stagioni che il Paese pensava di aver lasciato alle spalle.
Donzelli ha diffuso la foto sui social parlando di una minaccia diretta alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di un linguaggio che, a suo giudizio, nasce da un contesto di tensione alimentato dalla sinistra. Nel suo messaggio ha sottolineato che certe parole, pur pensate per ottenere visibilità e consensi immediati, finiscono per “fomentare i facinorosi”, creando le condizioni per gesti che, anche quando appaiono marginali, aprono crepe nel discorso pubblico.
La denuncia politica
La scritta è stata rimossa poche ore dopo, ma il gesto ha subito innescato reazioni. Donzelli ha ribadito che Meloni “non si farà intimidire” e che Fratelli d’Italia “non si fermerà” davanti a minacce o simboli che evocano la stagione delle Br. Il riferimento alla sigla, seppur privo di una rivendicazione, ha attirato l’attenzione delle autorità locali e ha allarmato molti cittadini, che hanno segnalato la necessità di rafforzare la vigilanza su un linguaggio che – è l’accusa del deputato – si sta progressivamente radicalizzando.
Le verifiche e le reazioni
Le forze dell’ordine stanno passando in rassegna le telecamere della zona per risalire agli autori dell’imbrattamento. Nel frattempo, la foto postata da Donzelli è stata condivisa ampiamente, contribuendo ad amplificare il dibattito sulla responsabilità delle parole e sui rischi di una deriva in cui la politica cede alla logica dell’aggressione. Secondo il dirigente di Fratelli d’Italia, ignorare questi segnali equivarrebbe a sottovalutare un malessere che, se lasciato sedimentare, potrebbe riaprire ferite ancora vive nella storia italiana.

