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“Vergogna! Come Brunetta”: esplode un nuovo scandalo sui super stipendi, cos’è successo

Pubblicato: 07/12/2025 11:16

Dopo lo stop all’aumento di stipendio deciso (per se stesso e altri manager) da Renato Brunetta al Cnel, esplode un nuovo caso sui compensi pubblici. A finire nella bufera sono ora i vertici dell’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. Una decisione maturata nel silenzio, ma destinata a scatenare polemiche politiche e istituzionali.

L’incremento complessivo previsto è di circa 70mila euro l’anno per ciascun commissario. Una scelta che arriva a fine mandato e che rievoca da vicino quanto già accaduto nelle scorse settimane con il presidente del Cnel.

La delibera e i dettagli dell’aumento

A rivelare l’esistenza dell’aumento è una delibera approvata il 25 novembre dal presidente Stefano Besseghini e dai commissari in scadenza. Il provvedimento prevede l’accantonamento degli emolumenti relativi agli ultimi cinque mesi dell’anno.

L’operazione si fonda sulla recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha eliminato il tetto di 240mila euro alle retribuzioni dei dirigenti pubblici. L’incremento, spalmato nel periodo tra agosto e dicembre 2025, dovrebbe tradursi in circa 2.800 euro in più al mese per ciascun commissario.

Una dinamica simile a quella adottata da Brunetta, che a inizio novembre aveva portato il proprio stipendio a 310mila euro l’anno, salvo poi fare marcia indietro dopo le polemiche e l’intervento diretto di Giorgia Meloni.

Il nodo istituzionale e il cambio ai vertici

Nel documento si specifica che l’Arera è in attesa di chiarimenti da parte del ministero della Pubblica Amministrazione, guidato da Paolo Zangrillo, su come applicare la sentenza della Consulta. Tuttavia, essendo un’Autorità indipendente, l’Arera non risulterebbe formalmente vincolata alle decisioni ministeriali.

Nel frattempo è già pronto il cambio al vertice: Nicola dell’Acqua subentrerà a Besseghini, affiancato dai nuovi consiglieri Alessandro Bratti, Livio De Santoli, Lorena De Marco e Francesca Salvemini. Un avvicendamento che si preannuncia però accompagnato da un clima politico incandescente.

Le reazioni della politica

Durissime le reazioni dell’opposizione. Nicola Fratoianni di Avs attacca: “Ancora un episodio poco dignitoso e insultante nei confronti degli italiani che fanno sempre più fatica ad arrivare alla fine del mese: i membri uscenti dell’Arera si sono aumentati lo stipendio di 70mila euro. Un bel ceffone nei confronti del Paese“.

Sulla stessa linea Raffaella Paita, capogruppo di Italia Viva al Senato: “Un regalo di Natale indecoroso. Un blitz in stile Brunetta, uno schiaffo al buon senso e a quelle famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese e a pagare le bollette“.

Il caso si apre ora su un doppio fronte: quello istituzionale e quello politico. E rischia di trasformarsi nell’ennesima ferita che separa sempre più nettamente i cittadini e i vertici della pubblica amministrazione.

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