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Zelensky torna da Papa Leone: nuovo incontro per rilanciare il dialogo per la pace (nonostante Trump)

Pubblicato: 08/12/2025 23:19

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky arriverà in Italia nelle prossime ore per un nuovo faccia a faccia con Papa Leone, in programma domani, martedì 9 dicembre 2025, alle 9:30, a Villa Barberini, a Castel Gandolfo. L’appuntamento, confermato da fonti vaticane, arriva in un momento cruciale per il futuro del conflitto e per gli sforzi diplomatici in corso sul piano internazionale.

Un incontro in un clima internazionale teso

Il nuovo appuntamento tra Zelensky e il Pontefice si colloca in un contesto di estrema incertezza, soprattutto dopo le recenti mosse della diplomazia americana. Washington sta promuovendo un piano di pace che, secondo molte capitali europee, rischia di trasformarsi in una resa di fatto dell’Ucraina alla Russia, consegnando a Mosca una porzione cruciale del Donbass, limitando le forze armate ucraine e precludendo l’ingresso nella Nato.
A lanciare l’allarme sono i cosiddetti “volonterosi” europei – Francia, Germania e Regno Unito – che ieri si sono riuniti a Londra con Zelensky per elaborare una posizione comune contro un negoziato che percepiscono come squilibrato e potenzialmente devastante per la sicurezza dell’intero continente.

Il fronte dei “volonterosi”: l’Europa prova a resistere

Nel vertice di Downing Street, convocato dal premier britannico Keir Starmer, Zelensky ha ricevuto il sostegno di Emmanuel Macron e Friedrich Merz, entrambi sempre più preoccupati per l’indirizzo voluto da Donald Trump. Il cancelliere tedesco non ha usato giri di parole: «Sono scettico riguardo ad alcuni dettagli dei documenti americani», ha dichiarato Merz, lasciando intendere che quei “dettagli” includono proprio le concessioni territoriali chieste all’Ucraina.
Macron ha rilanciato: l’Europa non è affatto disarmata e può ancora giocare «molte carte», dalla resistenza ucraina alle difficoltà crescenti dell’economia russa. Per i leader europei, ora più che mai, non è il momento di una resa mascherata da accordo.
Ma il nodo resta quello sollevato da Zelensky: «Se la Russia ricomincia la guerra, cosa faranno i nostri partner?» Una domanda diretta, che punta il dito sul tema cruciale delle garanzie di sicurezza, ormai viste come l’unico vero pilastro su cui costruire una pace che non esponga Kiev – e l’Europa – al rischio di nuove aggressioni. Secondo Downing Street, tali garanzie dovranno essere «robuste» e «acuminate», pur senza prevedere truppe europee sul fronte: l’obiettivo è rafforzare la capacità dell’Ucraina di difendersi, non sostituirsi a essa.
Sul tavolo resta anche l’incognita americana. Trump si è detto deluso dal fatto che Zelensky non abbia ancora accettato il piano, mentre Donald Jr. ha lasciato intendere che Washington potrebbe abbandonare le trattative in qualsiasi momento. Per questo, i leader europei cercano ora di mantenere gli Stati Uniti dentro un percorso comune, nel timore che un ritiro anticipato lasci l’Europa sola a fronteggiare l’espansionismo russo.

Il precedente incontro di luglio 2025: un momento chiave nel dialogo

L’udienza di domani sarà il secondo incontro tra Papa Leone e Zelensky nel giro di pochi mesi. I due si erano già visti a luglio 2025, sempre a Castel Gandolfo, a margine della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina ospitata a Roma. Quell’incontro, durato oltre mezz’ora, era stato definito da entrambe le parti “franco e costruttivo”, con un focus chiaro su tre fronti: la ricerca di una pace giusta e duratura, concetto ribadito con forza dal Pontefice; la protezione dei civili, con particolare attenzione ai minori deportati e alle popolazioni delle zone più colpite; la ricostruzione del Paese, per cui la Santa Sede aveva espresso vicinanza e sostegno morale.
Papa Leone aveva riaffermato la piena disponibilità del Vaticano a facilitare processi di dialogo, ricordando come la diplomazia della Santa Sede lavori “instancabilmente e in silenzio” per creare spiragli negoziali tra le parti. Zelensky, da parte sua, aveva ringraziato per il ruolo svolto dal Vaticano nelle operazioni umanitarie e nella gestione dei corridoi per l’evacuazione dei feriti.

Un nuovo capitolo del dialogo

Il nuovo confronto arriva mentre gli sforzi diplomatici si intensificano sul piano internazionale, con Stati Uniti ed Europa impegnati in una serie di consultazioni per definire eventuali passi negoziali. Il ruolo del Vaticano, super partes e riconosciuto a livello globale, potrebbe rivelarsi ancora una volta decisivo.
Domani, a Castel Gandolfo, Papa Leone e Zelensky torneranno a discutere di pace, di sicurezza e di emergenze umanitarie. Ma soprattutto cercheranno di capire se, a quasi tre anni dall’inizio della guerra, esistano ancora margini concreti per avviare un percorso che porti finalmente verso la fine delle ostilità.

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Ultimo Aggiornamento: 08/12/2025 23:49

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