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Mostro di Firenze, documento inedito svela una possibile “squadra della morte”

Pubblicato: 09/12/2025 15:55
mostro di firenze

Il caso del Mostro di Firenze, uno dei capitoli più enigmatici e inquietanti della cronaca nera italiana, si arricchisce di un nuovo elemento: un documento mai visto prima che contiene otto nomi, tutti curiosamente riconducibili – anni dopo – a indagini, processi o figure orbitanti attorno ai delitti delle coppiette. La rivelazione arriva dal PULP Podcast di Fedez e Mr. Marra e apre scenari che potrebbero ribaltare narrazioni consolidate.

La tesi del documento “Retau 1974”

Il fulcro della rivelazione è un foglio intitolato “Retau 1974”, consegnato da Annamaria Mazzari, nota negli anni ’90 come Suor Elisabetta, assistente spirituale di Pietro Pacciani durante la detenzione. La sua interpretazione è netta: Pacciani non sarebbe stato l’autore dei delitti, ma un “incidente di percorso”, un capro espiatorio finito al centro delle indagini mentre il vero responsabile agiva all’interno di un gruppo strutturato.

La lista riportata sul documento contiene nomi che, letti oggi, fanno tremare i polsi: Rodolfo Fiesoli, Luigi Goffredi, Rolf Reinecke, Joe Bevilacqua, Francesco Calamandrei, Francesco Narducci, Giulio Cesare Zucconi e un misterioso soggetto identificato come “Duca”, successivamente barrato. Accanto ai nominativi compaiono codici come L5, L6, L7, interpretati come possibili riferimenti a importi in lire, suggerendo una sorta di contabilità interna.

Mostro di Firenze, i profili che ritornano nelle indagini

Come sottolineato dalla criminologa Valeria Vecchione nel podcast, ogni nome presente nella lista appare inquietantemente collegato – spesso molti anni dopo – all’universo del Mostro di Firenze. Fiesoli e Goffredi, fondatori del Forteto, finirono nella lista della Squadra Anti Mostro. Reinecke fu colui che ritrovò i corpi dei due turisti tedeschi. Bevilacqua, figura mai del tutto chiarita, divenne testimone chiave dell’ultimo duplice omicidio.
Ci sono poi Calamandrei, imputato in un processo poi concluso con assoluzione, e Francesco Narducci, protagonista di uno dei filoni più complessi e controversi dell’intera vicenda. Infine Zucconi, ginecologo con legami indiretti con la famiglia Pacciani. L’interrogativo che emerge è spiazzante: come potevano questi nomi, destinati a emergere pubblicamente solo anni o decenni dopo, essere già riuniti in un elenco negli anni ’70 o ’80?

La pista della carta carbone

Per verificare la verosimiglianza del documento, il team di PULP ha coinvolto il professor Giovanni Bottiroli del CNR, che non ha rilevato elementi per escludere che il foglio risalga effettivamente almeno agli anni ’80. La presenza della cosiddetta “doppia battitura”, compatibile con l’uso della carta carbone, richiama le tecniche di duplicazione allora utilizzate per materiali riservati e archivi privati.
Di fronte a questa combinazione di nomi, simboli e compatibilità tecnica, gli autori del podcast lanciano un appello agli inquirenti. La cosiddetta pista della carta carbone, definita “allucinante” e senza precedenti, merita – sostengono – una nuova attenzione investigativa. Il documento potrebbe rappresentare l’ultimo, fragile ma potenzialmente decisivo indizio verso la verità su uno dei misteri più bui dell’Italia repubblicana.

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