
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha escluso con fermezza qualsiasi ipotesi di cessione territoriale alla Russia nell’ambito dei colloqui in corso per mettere fine a un conflitto che dura ormai da quasi quattro anni. In una conferenza stampa online, il leader ucraino ha ribadito che una simile concessione sarebbe contraria sia al diritto interno sia al diritto internazionale.
Nessun margine di concessione territoriale
Zelensky ha spiegato che Kiev non dispone di alcun diritto legale o morale per rinunciare ai propri territori. Le norme costituzionali ucraine, ha sottolineato, vietano qualunque cessione, e rinunciare a parti del Paese equivarrebbe a tradire i cittadini che ancora resistono sotto occupazione.
Secondo il presidente, gli Stati Uniti starebbero cercando un punto d’incontro sulla questione, ma il nodo territoriale rimane il principale ostacolo ai negoziati. “La Russia insiste affinché rinunciamo ai territori, ma noi non vogliamo cedere nulla”, ha affermato, ricordando che il Paese continua a combattere proprio per la sua integrità.
Il nodo più critico dei negoziati
Un alto funzionario coinvolto nei colloqui ha riferito all’AFP che la questione dei territori rappresenta l’elemento più problematico del negoziato. Anche il capitolo delle garanzie di sicurezza per Kiev continua a dividere le parti. Zelensky ha evidenziato come, al momento, non ci sia ancora una risposta chiara da parte dei partner occidentali su quale sostegno concreto verrebbe fornito all’Ucraina in caso di una futura aggressione russa. La definizione di meccanismi di difesa credibili resta dunque una priorità assoluta per il governo ucraino.
Le prossime tappe diplomatiche
Dopo gli incontri a Londra, Zelensky è arrivato a Bruxelles per confrontarsi con i vertici della NATO e della Commissione europea. In seguito, è volato in Italia, dove ha prima incontrato Papa Leone XIV e nel pomeriggio incontrerà la premier Giorgia Meloni.
Il presidente ha inoltre spiegato che funzionari ucraini ed europei stanno lavorando a una risposta congiunta sui 20 punti proposti dagli Stati Uniti. Le controproposte, ha aggiunto, potrebbero essere pronte entro martedì sera per essere inviate a Washington.


