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L’insulina è troppo cara: ragazzo diabetico muore a soli 26 anni

Pubblicato: 07/01/2019 16:22

Alec Smith è morto il 27 giugno 2017, a soli 26 anni, dopo essere caduto in coma diabetico. La causa è stata l’impossibilità di acquistare la quantità mensile di insulina necessaria per il trattamento del diabete di tipo 1 di cui soffriva. La sua morte ha contribuito a riaprire il dibattito pubblico, negli Stati Uniti, sull’elevato costo dei medicinali e delle polizze assicurative di tipo sanitario.

Muore a 26 anni perché non poteva permettersi l’insulina

Alec Smith
Alec Smith. Foto: Leila Navidi/Star Tribune

L’assicurazione sanitaria di famiglia, intestata a sua madre Nicole Smith-Holt, prevedeva una copertura delle spese sanitarie e medicinali sino al raggiungimento dei 26 anni. Alec, negli stessi giorni del compleanno e della fine della copertura, si era trasferito, andando a vivere da solo, e aveva deciso di non parlare ai genitori dei suoi problemi economici.

Il 26enne, infatti, era responsabile di un ristorante a Richfield (Minnesota) e l’elevato stipendio percepito lo escludeva dal Medicaid, il programma federale sanitario che aiuta individui e famiglie a basso reddito a coprire le spese mediche, ma allo stesso tempo gli impediva di acquistare l’insulina necessaria mensilmente, perché troppo costosa.

Il ragazzo aveva quindi iniziato a razionalizzare le dosi di insulina, in maniera tale che durasse il più a lungo possibile, nell’attesa di trovare i soldi necessari per una nuova polizza. La sua scelta è stata però fatale: a meno di un mese di distanza dal suo compleanno, è entrato in coma diabetico per via della riduzione dell’apporto di insulina nel corpo, ed è quindi deceduto. Nicole, sin dal principio, è stata sicura di una cosa: “Mio figlio è morto perché non poteva permettersi la sua insulina“.

L’aumento dei prezzi dei medicinali e il business delle grandi case farmaceutiche

Nicole Smith
Nicole Smith. Foto: Leila Navidi/Star Tribune

Ad un anno e mezzo di distanza dal tragico evento, sua madre sta lottando affinché le case farmaceutiche abbassino i prezzi dei medicinali, più che triplicati negli ultimi 15 anni, per renderli più accessibili. Come racconta Nicole, coloro che come Alec soffrono di questo tipo di diabete devono assumere insulina quotidianamente, per un costo mensile medio di 1.300 dollari. Si tratta di una cifra chiaramente proibitiva per numerose famiglie, soprattutto del ceto medio, il cui reddito è troppo alto per accedere agli aiuti federali, ma paradossalmente troppo basso per sostenere interamente il costo di alcuni trattamenti.

Lo Stato del Minnesota sta portando avanti una battaglia legale contro il cartello delle tre case farmaceutiche che vendono insulina, iniziata proprio a causa dell’aumento esorbitante del costo del farmaco. Lori Swanson, procuratore generale del Minnesota, spiega che le ragioni del ricorso sono soprattutto morali: “Credo che in America nessuno dovrebbe perdere la sua vita perché incapace di permettersi il costo dell’insulina“.

Secondo la Swanson, il prezzo dei prodotti farmaceutici è tipicamente frutto delle trattative tra i produttori di medicinali e i cosiddetti pharmacy benefit managers (PBM), delle figure specializzate che si occupano delle trattative inerenti il listino prezzi dei farmaci. In realtà, lo strapotere delle case farmaceutiche avrebbe ridotto significativamente il potere negoziale dei PBM, con sui anzi spesso sono in combutta. Questi permettono alle case farmaceutiche di mantenere i prezzi artificialmente elevati e aumentare i profitti costantemente. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che la negoziazione sui prezzi delle case farmaceutiche viene coperta dalle stesse con il segreto commerciale e nessuno può accedere ai carteggi.

case farmaceutiche
Le grandi case farmaceutiche sono sotto accusa: prezzi mantenuti artificialmente alti per conseguire profitti elevati, ma a pagarne il costo, sia materiale che fisico, sono i malati

Le compagnie coinvolte

CBS News, che ha raccolto la testimonianza di Nicole e reso virale il caso, ha appurato che tra il 2002 ed il 2013 almeno 60 compagnie farmaceutiche hanno aumentato, sino a triplicarlo, il prezzo di almeno 300 farmaci.

Nel caso dell’insulina, di cui non esistono versioni generiche, i tre più importanti produttori mondiali ne avrebbero decuplicato il prezzo e sono oggi sotto accusa: si tratterebbe della Eli Lilly and Company, della Novo Nordisk, e della Sanofi. Le tre case hanno negato ogni addebito, limitandosi a dichiarare che lavorano secondo criteri di etica e professionalità.

La lotta di Nicole potrebbe cambiare le cose

Nicole non si è arresa neanche quando ha saputo che si sarebbe trattato di combattere contro un business miliardario. Lo scorso agosto è riuscita ad ottenere un incontro con alcuni senatori a Washington, e il mese seguente ha organizzato un sit-in di protesta davanti la sede di Eli Lilly.

Al di là di ogni aspettativa, la lotta di questa madre alla ricerca di giustizia sta producendo i primi risultati: Scott Gottlieb, commissario della Food and Drug Administration, ha dichiarato che l’agenzia si preoccuperà di cambiare il modo in cui viene fissato il prezzo dell’insulina e potrebbe essere solo l’inizio.

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2019 16:47