15 luglio 2008, Orlando, Florida. Cindy Anthony denuncia la scomparsa della nipote chiamando il 911: “Nell’auto di mia figlia sento puzza di cadavere. Non parlo con mia nipote da oltre un mese. Deve essere successo qualcosa“. Questa telefonata ha dato il via alle indagini che condurranno gli investigatori ad arrestare Casey Anthony, madre 22enne della piccola Caylee, 2 anni e mezzo, morta brutalmente.
Oggi, a quasi 11 anni dal fatto, Casey ha parlato nuovamente della morte della figlia al New York Post: “Mi sentirei benedetta ad avere altri figli. Nonostante il mondo sia pieno di persone cattive, se dovesse accadere ne sarei felice. So che le persone continuano ad accusarmi di aver ucciso Caylee, ma io sono serena, dormo sonni tranquilli“.
Il ritrovamento del corpo
11 dicembre 2008, nei boschi di Orlando resti umani non identificati vengono ritrovati. Dopo l’autopsia viene certificato che è proprio la bambina, Caylee Anthony, scomparsa mesi prima. Il teschio mostra segni evidenti di soffocamento con nastro adesivo. L’accusa? Infanticidio. Viene arrestata la madre per omicidio volontario, occultamento di cadavere e dichiarazione di falso a pubblico ufficiale. La popolazione la addita come “La madre più odiata d’America”. La polizia la arresta perché “voleva essere libera di frequentare i night-club e trascorrere più tempo col suo nuovo ragazzo”. La Procura della Florida comunica di voler chiedere la pena di morte per Casey.
La verità e il processo
Nel maggio 2011 inizia il processo per l‘omicidio di Caylee Anthony. La madre della bambina, si è sempre dichiarata innocente spiegando alla polizia e poi alla Corte il reale svolgimento dei fatti. Se inizialmente aveva accusato la babysitter (inesistente, tra l’altro) della piccola Caylee sostenendo di aver preferito cercare sua figlia, per oltre un mese, da sola, in un secondo momento ha raccontato la verità: “La bambina è caduta in piscina, è annegata accidentalmente. Ho avuto paura mi accusassero. Per questo ho nascosto il cadavere, per lo choc“. Dopo questa triste e sconvolgente storia, la giuria ha mostrato molte riserve chiedendosi quale madre, anzi, buona madre avrebbe potuto compiere un atto simile. La difesa, a quel punto aveva rivelato un fatto sconcertante: Casey avrebbe subito abusi e maltrattamenti dal padre quando era ragazzina. Questo, secondo la difesa, avrebbe portato la donna a subire forti traumi che l’avrebbero forse condizionata nell’età adulta.
Il verdetto
Dopo queste inquietanti rivelazioni, il 5 luglio 2011 Casey Anthony viene dichiarata non colpevole di aver ucciso la figlioletta: per la giuria non c’erano infatti sufficienti elementi che sostenessero la tesi dell’accusa. Il verdetto, ovviamente, viene accolto negativamente dalla popolazione che aveva da tempo additato la giovane donna come assassina. L’unica accusa che le viene rivolta è quella di aver mentito alla polizia.
Casey Anthony oggi
Da quel 15 luglio 2008 sono passati oltre 10 anni. Oggi la piccola Caylee avrebbe avuto 13 anni, sarebbe stata una giovane adolescente pronta per frequentare l’ultimo anno delle scuole medie. La madre, ricordando la figlia, dichiara sempre al New York Post: “Casey, sarebbe stata una ragazzina molto forte, amante dello sport e della scuola. La ricorderò per sempre“. La donna, oggi 32 enne, vorrebbe rifarsi una vita essendo ancora molto giovane. Non le importa dell’opinione pubblica, lei si è sempre dichiarata innocente e trascorre le sue giornate serenamente, lavorando e vivendo una vita tranquilla e appartata.
Dopo l’omicidio di Caylee, in ben tre Stati è stata adottata una normativa che obbliga i genitori a denunciare la scomparsa dei figli entro 24 ore.
Tutti ricorderanno questa brutta vicenda che ha coinvolto una bambina innocente. Incidente? Omicidio? La popolazione è spaccata. Una bimba è morta. Se questa donna non ha ucciso la sua stessa figlia, in altri casi è invece accaduto il peggio e, in apparenza, senza precise ragioni. Basti pensare al caso di Antonella Barbieri che ha massacrato i suoi tre figli in un raptus di follia. “Viveva per loro“, aveva detto al tempo il suocero della donna: eppure, non ha esitato a ucciderli.