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Arrestate 15 persone, un pentito della Jihad: “Esercito di kamikaze in Italia”

Pubblicato: 09/01/2019 11:35

L’operazione dei Carabinieri del Ros soprannominata “Abiad”, coordinata dalla Dda di Palermo che si è avvalsa anche della collaborazione di un pentito della Jihad, ha portato all’arresto di 15 persone accusate a vario titolo di terrorismo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il blitz ha avuto luogo questa notte, gli arresti sono avvenuti tra Caltanissetta, Brescia, Trapani e Palermo.

Gli arrestati hanno collaborato con un’organizzazione che minaccia l’Italia

Le persone arrestate avrebbero commesso questi reati creando una vera e propria organizzazione, ma non agivano come un gruppo isolato, come spiegato dagli inquirenti: “Reati questi aggravati poiché commessi avvalendosi del contributo di un gruppo criminale organizzato impegnato in attività delinquenziali in più di uno Stato“.

Grazie al pentito della Jihad è stato possibile rintracciare la tratta di migranti costruita ad hoc per procedere all’espatrio di soggetti che dalla Tunisia approdavano in Italia ed erano accusati o incriminati per terrorismo. Si tratta di un percorso nuovo, non quello che insomma intraprendono di solito i migranti sui “barconi”, per intenderci.

Arrestati 15 terroristi in Italia grazie ad un pentito
Immagine di repertorio: terroristi

Il pentito ha parlato di questa tratta per un motivo ben preciso: “Vi sto raccontando quello che so perché voglio evitare che vi troviate un esercito di kamikaze in Italia“. I 15 arrestati e l’organizzazione da loro messa in piedi in Italia rappresentavano secondo la Dda di Palermo “una attuale e concreta minaccia alla sicurezza nazionale“. L’Italia sarebbe stata quindi a “rischio terrorismo di matrice jihadista“.

La tratta dei migranti

Il procuratore aggiunto Marzia Sabella e i sostituti procuratori Claudia Ferrari e Gery Ferrara, che hanno autorizzato gli arresti, hanno parlato di quello che rischia l’Italia e del modo in cui la tratta scoperta grazie al pentito della Jihad serve all’organizzazione terroristica jihadista: “Sussistono significativi ed univoci elementi per ritenere che l’organizzazione in esame costituisca un’attuale e concreta minaccia alla sicurezza nazionale poiché in grado di fornire a diversi clandestini un passaggio marittimo occulto, sicuro e celere che, proprio per queste caratteristiche, risulta particolarmente appetibile anche per quei soggetti ricercati dalle forze di sicurezza tunisine, in quanto gravati da precedenti penali o di polizia ovvero sospettati di connessioni con formazioni terroristiche di matrice confessionale“.

Arrestati 15 terroristi
Immagine di repertorio

Uno degli indagati faceva propaganda per l’Isis su Facebook

Una delle persone arrestate anche grazie al pentito faceva propaganda pro Isis su Facebook attraverso il suo profilo. Per questo motivo, su di lui grava anche l’accusa di apologia dell’Isis.

L’uomo è risultato essere legato a contesti terroristici pro Isis e di aver usato il suo account su Facebook non solo per diffondere materiale a favore del sedicente stato islamico, come foto di bandiere americane bruciate, video dell’Isis, ecc., ma anche per istigare alla Jihad e al terrrorismocon incitamento alla violenza e all’odio razziale“. Su Facebook l’arrestato scriveva: “Il martirio e la jihad la sola via per aspirare al paradiso“.