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Lutto in casa Fantozzi: addio a Paolo Paoloni, il Megadirettore Galattico

Pubblicato: 09/01/2019 18:21

Lutto in “casa Fantozzi”: si è spento, all’età di 89 anni Paolo Paoloni, attore di punta delle serie di film ormai cult. Paoloni ha avuto il merito di aver dato corpo al Megadirettore Galattico, una spalla comica perfetta per dare ritmo alle (dis)avventure del povero ragioniere.

Addio al Megadirettore Galattico

Il Duca Conte Maria Rita Vittorio Balabam era una figura praticamente mitologica nell’immaginario di Fantozzi, uno dei tanti personaggi della saga passati letteralmente alla storia del cinema (ricordate la figlia Mariangela?). Il personaggio interpretato da Paolo Villaggio, che finiva spesso per divenire il dipendente su cui sfogarsi, era vessato in ogni modo dal Megadirettore Galattico che, molte volte, finiva per prendere corpo nei suoi sogni e nelle sue visioni. Il Megadirettore, il capo della Balabam, l’azienda dove Fantozzi si recava dopo la consueta sveglia-caffè-barba-bidet ha letteralmente consacrato Paoloni che, nonostante i grandi ruoli, diventò popolare al grande pubblico proprio con questo ruolo involontariamente comico.

Paolo Paoloni Fantozzi

Una carriera importante

Paolo Paoloni, nato in Svizzera, venne scoperto da Luciano Salce con cui divise la scena più volte. Dopo il debutto nel 1968, Paoloni ha recitato in oltre 40 film. A dirigerlo ci sono stati i più grandi nomi del cinema italiano: da Fellini a Monicelli passando per Dino Risi. Paoloni ha interpretato commedie e persino film horror (vengono ricordati Cannibal Holocaust, La casa nel tempo e Fairytale). Ha inoltre avuto un ruolo di tutto rispetto anche nel cinema contemporaneo e nella fiction: è stato diretto da Carlo Verdone, ha fatto parte del cast di Nebbia in Val Padana di Cochi e Renato ed è stato un attore della fiction Ho sposato uno sbirro 2. Inoltre ha preso parte anche a diversi episodi di Don Matteo (ultima apparizione nel 2011). A Paolo Paoloni il riconoscimento di un grande talento: quello di far ridere con l’amarezza e di far affezionare gli spettatori persino ad un “cattivo”: un capo spietato a cui tutti hanno voluto un po’ di bene.

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