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Avrebbe stuprato e ucciso una bambina: ucciso in cella per “punirlo”

Pubblicato: 15/01/2019 11:35

Un ergastolano, condannato per l’omicidio di una bambina di 8 anni, è stato ucciso lo scorso venerdì nel penitenziario di Stato dell’Oklahoma. Il suo nome era Anthony Joseph Palma ed è probabilmente caduto vittima del celebre e controverso codice d’onore carcerario che punisce severamente “alcune categorie” di detenuti.

La struttura ha aperto un’inchiesta interna e, al momento, l’unico e principale indagato per l’assassinio è il compagno di cella di Palma, anch’egli un ergastolano. Secondo gli inquirenti, l’omicidio ricorderebbe molto un’esecuzione e per questo la pista più accreditata è quella di una punizione per vendicare l’orrendo crimine di cui si era macchiato Palma.

L’epilogo tragico di una storia scioccante

Palma
Anthony Palma in tribunale
Chris Landsberger/The Oklahoman

Palma non era un detenuto qualunque, perché il suo caso aveva scioccato l’opinione pubblica dell’Oklahoma.

L’uomo era entrato nell’abitazione della famiglia Hatfield, suoi vicini di casa, la notte del 13 maggio 1997, rapendo la piccola Kirsten Renee, di soli 8 anni, dal suo letto. Del destino della bambina e dell’identità del suo rapitore non si è più saputo nulla, almeno fino all’ottobre 2015, quando Palma viene arrestato per omicidio di primo grado.

L’accusa è forte, così come lo sono le prove che la sorreggono: il dna dell’uomo è compatibile con quello ritrovato sulla scena del crimine. Palma si dichiara innocente e la sua intera difesa viene strutturata sulla tesi dell’errore nei risultati del dna. L’accusa sostiene invece che abbia rapito e abusato della bambina, dalla quale era attratto sessualmente, e produce dei testimoni importanti che gettano ombre sugli atteggiamenti ambigui dell’uomo.
Nel novembre 2017 il processo si conclude con una condanna all’ergastolo senza possibilità di rilascio sulla parola.

La decisione più difficile: il perdono

Hatfield
I coniugi Hatfield (Fonte: Oklahoma’s News)

Nonostante Palma abbia rifiutato di collaborare con le autorità, impedendo di ritrovare il corpo della bambina, la famiglia ha comunque deciso di compiere un incredibile gesto di umanità: perdonarlo, invitandolo al pentimento, alla conversione e alla scoperta dell’amore divino.

Queste sono infatti sono le parole che Faith Daniels, sorella di Kirsten, ha rivolto a Palma nei momenti immediatamente successivi alla sentenza: “Quando avevo tre anni hai portato via mia sorella. Le hai portato via una vita intera di sorrisi, ma scelgo comunque il perdono“.

Anche la mamma, Shannon Hazen, ha pensato che covare rancore tutta la vita non avrebbe prodotto alcun risultato, né tantomeno le avrebbe restituito la piccola Kirsten, e perciò ha iniziato ad inviare delle lettere, contenenti nelle preghiere, all’indirizzo del detenuto, nella speranza che almeno a lei svelasse il luogo dell’ubicazione del corpo.
Da quanto emerso, Palma non ha mai letto, né risposto alle lettere di Shannon. Alla sua morte si accompagna il mistero di un delitto senza movente e le speranze di ritrovare il corpo di Kirsten.