Una falla nel sistema giuridico statutitense starebbe involontariamente alimentando l’arrivo nel paese di spose bambine, un dramma tutt’ora molto attuale che sembra non arrestare il suo corso. Migliaia le richieste d’ingresso nel paese da parte di futuri sposi adulti e spose bambine e leggi antiquate che lo permettono.
Migliaia di spose bambine entrate negli USA per colpa di un cavillo
Secondo i dati ottenuti dalla Associated Press, negli ultimi dieci anni il governo degli Stati Uniti avrebbe approvato migliaia di richieste fatte non solo da adulti, ma anche minorenni, per far arrivare la sposa bambina o lo sposo adulto nel paese. Sono stati contati più di 5.000 casi di adulti e quasi 3.000 di minori che hanno fatto richiesta per poter entrare nel paese.
Le approvazioni sono tutte legali, visto che la legge sull’immigrazione non stabilisce dei precisi limiti di età per richiedere o ricevere un visto. Per stabilire se la richiesta sia valida o meno, all’ufficio immigrazioni americano basta sapere che il matrimonio è legale nel paese d’origine e che lo sarebbe nello Stato in cui i coniugi andranno ad abitare. Una pratica, questa, che starebbe alimentando i matrimoni forzati, specie quelli con minorenni, nonostante gli USA abbiano preso una posizione forte contro di essi.
Un altro cavillo è il fatto che in circa 25 degli Stati non c’è un limite sull’età per le nozze stabilito per legge, addirittura in molti di essi è possibile per una bambina 13-14 sposarsi. Solo negli ultimi anni, ad esempio, lo Stato della Virginia ha alzato l’età minima a 16 con annessa l’autorizzazione di un giudice. Il fenomeno delle spose bambine negli USA è legato anche alle condizioni di vita in alcune comunità, oltre che alle religioni di appartenenza. In molti casi il matrimonio è frutto di uno stato di estrema povertà, di un escamotage per coprire gravidanze indesiderate o causate da stupri. Gli Stati con il più alto numero di matrimoni di spose bambine sono l’Alabama, l’Arkansas e il Kentucky.
Una falla nel sistema
“Il passaporto mi ha rovinato la vita” racconta a USA Today Naila Amin, una ragazza di 29 anni con cittadinanza pakistana e americana. Naila è stata costretta a sposarsi a 13 anni quando era in Pakistan e, alcuni anni dopo, a fare richiesta per il visto americano del marito 26enne. “Ero solo un passaporto per lui”, racconta la ragazza, “Lo volevano tutti qui e questo era l’unico modo”. Amin racconta di essere stata promessa al cugino Tariq quando aveva 8 anni e lui ne aveva 21. Alla fine la richiesta di visto è stata annullata quando lei è scappata via. “Non esistono dei limiti? Chiunque avesse in carico la mia pratica, non ha guardato? Non ha pensato?”, si interroga la donna.
In 10 anni sono state approvate 5.556 richieste di visto per coloro che volevano far arrivare in America la propria moglie bambina. Solo il 2.6% di esse sono state respinte. “C’è una falla nel sistema a cui dobbiamo porre rimedio”, dice il senatore Ron Johnson,“Le nostre leggi sull’immigrazione starebbero inconsapevolmente alimentando abusi di donne e minorenni”. I paesi da cui provengono la maggior parte delle richieste sono Messico, Pakistan, Giordania, Repubblica Domenicana e Yemen. I paesi mediorientali hanno la percentuale più alta di richieste di visto approvate.