Vai al contenuto

È malata di cancro, ma all’ospedale non c’è posto per l’ecografia

Pubblicato: 19/01/2019 22:27

AOSTA- Un lungo sfogo quello della donna di 73 anni operata operata per un melanoma. La paziente non ha potuto però effettuare gli esami di routine come l’ecografia che avrebbe dovuto presentare insieme alla TAC alla visita di controllo.

A riportare la denuncia è il quotidiano La Stampa che racconta nel dettaglio l’iter ospedaliero e tutte le difficoltà per rispettarlo .

Esami di routine

La protagonista di questa vicenda si è sottoposta ad un’operazione per rimuovere un cancro della pelle nel 2016 a Torino. Da allora ogni 6 mesi deve sottoporsi ad esami di routine e alla consueta visita di controllo. Così 2 giorni fa ha portato allo sportello dell’ospedale Parini d’Aosta la prescrizione medica per TAC ed ecografia.

ecografia-2
Immagini di repertorio

Qui la sconcertate sorpresa: la prima data disponibile è il prossimo 12 novembre. In questo modo la visita di controllo slitterebbe 4 mesi dopo il termine solito. Sull’impegnativa stampata dal medico curante sono state barrate le caselle P (Programmata, legata a controlli e follow up). La lettera P indica un tempo più lungo per le visite rispetto alle U (Urgenti entro 72 ore) o B (Brevi entro 10 giorni) o D (Differita entro 30 giorni). Per le ecografie l’Asl della Valle d’Aosta per la categoria D ha una lista d’attesa che va da 42 a 248 giorni.

Lo sfogo

La 73enne ha deciso di denunciare la situazione. “È allucinante. Il cancro è già di per sé una cosa difficile da affrontare e dopo la diagnosi e l’operazione rimane come una spada di Damocle appesa sulla testa” comincia la donna. “Una situazione come questa ti prova psicologicamente e ti mette davanti a scenari di angoscia. Direi che basta e avanza e che nel percorso post tumore si potrebbero proprio evitare problemi di prenotazione. Se uno specialista richiede un esame per una visita di controllo a sei mesi, non si può fare a dieci, ho un codice 048 cioè malata oncologica“.

asl
Immagine di repertorio

In merito alla scoperta dei tempi d’attesa la 73enne ha poi proseguito. “Quando ho sentito la data, oltre quattro mesi in ritardo – dice la paziente –, ho subito fatto presente che si tratta di un controllo prescritto a seguito di un tumore e che gli intervalli di tempo sono importanti. Pensavo che la signora non avesse letto bene. Invece mi sono sentita rispondere: “Non so cosa dirle, vada a protestare agli uffici Usl in via Guido Rey. Posti prima non ce ne sono“.

Ultimo Aggiornamento: 20/01/2019 00:09