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Obbligo di dichiarare l’origine dei cibi confezionati: pensati sanzioni per chi sgarra

Pubblicato: 24/01/2019 19:32

Grazie a un emendamento al decreto legge Semplificazioni, in Italia l’indicazione sull’origine delle materie andrà apposta obbligatoriamente su tutti i cibi confezionati. Un emendamento volto a promuovere un acquisto consapevole da parte dei consumatori e una tutela contro i prodotti alimentari spacciati per italiani.

Consumatori più tutelati

Già previsto per carni, uova, miele, latticini e pomodori, la norma ora interesserà anche altri alimenti. Cibi come salumi, carne di coniglio, carne trasformata (hamburger), marmellate, succhi di frutta, legumi e ortaggi in scatola, pane e frutta secca. Finalmente sarà possibile conoscere l’origine della materia prima di tutti i cibi che acquistiamo ogni giorno. Una vincita importante per i consumatori che hanno tutto l’interesse a fare acquisti consapevoli, ma non solo. L’emendamento si impegnerà a combattere anche contro le frodi di prodotti che si spacciano come originari del territorio italiano. In caso di mancato rispetto della norma si possono incorrere in multe salate che vanno da 2mila a 16mila euro, sempre che il fatto non costituisca reato di frode penalmente rilevante.

carne confezionata
Foto: Ansa

Le normative europee in materia di etichette

“Le eccellenze del made in Italy non temono la trasparenza anzi la considerano un valore aggiunto competitivo”, commenta Luigi Scordamaglia di Filiera Italia, associazione a difesa del settore agroalimentare Made in Italy. “Ora la sfida successiva sarà quella di armonizzare le regole e chiedere la stessa trasparenza anche per i prodotti che arrivano dall’estero sui nostri scaffali”, conclude. L’Ue però si prepara a rilanciare con una nuova disposizione in tema di etichettatura alimentare, che entrerà in vigore nell’aprile 2020. La disposizione prevederà l’obbligo di fornire in etichetta le informazioni sull’origine, solo quando il luogo di provenienza dell’alimento è indicato, o evocato, in etichetta non è lo stesso di quello del suo ingrediente primario. Per esempio, se un pacco di pasta lavorato in Italia riporta la bandiera italiana sulla confezione, si dovrà indicare se il grano (ingrediente primario) è di origine estera oppure no. Una normativa che, per l’Italia, rappresenterà un passo indietro. Per noi infatti è sempre obbligatorio indicare la provenienza del prodotto, a prescindere da quale nazione si faccia accenno sulle etichette.

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