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Nuovi mondi alieni: i ricercatori italiani catturano la nascita di un pianeta

Pubblicato: 25/01/2019 16:58

Gli astronomi dell’Inaf – ovvero l’Istituto nazionale di astrofisica – sentivano già da tempo “profumo” di nuovi pianeti. Grazie, infatti, all’osservazione di una giovane stella, situata a circa 382 anni luce dalla Terra, si sono aperte nuove ed interessanti prospettive.

Se son pianeti, fioriranno

La giovane stella HD 169-142 ha “solo” qualche milione di anni ed è ancora circondata da gas e polveri. Niente disordine però: le polveri sono organizzate, per così dire, in 3 anelli concentrici intorno alla stella. Ed è proprio lì che – secondo gli astronomi – potrebbe annidarsi il protopianeta. In passato, infatti, sono stati osservati vari agglomerati di polveri, ma è stato uno in particolare a destare interesse.

Uno dei “blob” – questo il termine inglese – si sarebbe infatti formato nello spazio tra un anello e l’altro. Questa particolarità ha portato ad ipotizzare che si tratti di un nuovo pianeta in formazione, che ruota intorno alla stella con una “piccola” spirale di polveri tutta sua. Il futuro mondo alieno avrebbe una massa paragonabile a quella di Giove, da 1 a 4 volte maggiore.

Nuovi mondi alieni: i ricercatori italiani catturano la nascita di un pianeta
I telescopi VLT in azione. Fonte immagine: ESO

Non basta un telescopio: serve un cacciatore di pianeti

Al team di Raffaele Gratton, responsabile della scoperta, non è bastato un potente telescopio. Per osservare questo miracolo cosmico si sono infatti avvalsi dell’aiuto dello strumento “Sphere”. Lo strumento dell’osservatorio europeo meridionale (ESO) è stato infatti montato su uno dei giganteschi telescopi del VLT, situati nel deserto di Atacama, in Cile. Grazie alla combinazione di questi strumenti, gli astronomi italiani hanno potuto catturare immagini ad alta risoluzione della stella e di ciò che la circonda.

Nuovi mondi alieni: i ricercatori italiani catturano la nascita di un pianeta
L’interno dei telescopi usati per la scoperta. Fonte immagine: ESO

I ricercatori sperano di gettare luce sul processo di formazione dei pianeti

“Benché siano ancora necessarie ulteriori conferme da osservazioni a lunghezze d’onda più lunghe di quelle in cui opera Sphere, il risultato è molto suggestivo e indica che siamo in grado di rivelare pianeti in queste fasi, estremamente interessanti”, ha commentato Gratton, secondo quanto riporta il notiziario dell’Inaf.

In alto: l’immagine del pianeta catturata da Sphere. Fonte: Inaf