Beppe Signori ha rischiato grosso. A causa di un’embolia polmonare poteva avere un infarto. Ricoverato immediatamente dai medici nel reparto di terapia intensiva cardiologica del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, in cui è rimasto per 5 giorni, il calciatore ora sta bene.
L’embolia polmonare cha avrebbe potuto causargli un infarto
Beppe Signori ha raccontato i momenti di paura che ha vissuto a Il Resto del Carlino. Si è reso conto che qualcosa non andava quando ha iniziato a sentirsi affaticato: “Mi sentivo la tachicardia e poi ero affaticato, non stavo bene: da sportivo ho capito che c’era qualcosa che non andava, soprattutto perché non ho mai avuto problemi. Così mi sono rivolto al professor Lima, che è un mio amico“.
Il calciatore ha raccontato che i medici non appena si sono resi conto della gravità delle sue condizioni ne hanno immediatamente disposto il ricovero: “Negli ambulatori della Pneumologia si è compreso che avevo un’embolia polmonare, il cuore faceva 160 battiti al minuto, quando uno sportivo è attorno ai 50. Insomma, ero a rischio di infarto. E dalla visita sono finito direttamente nella terapia intensiva cardiologica, dove sono rimasto cinque giorni“.
Lo scandalo Calcioscommesse ha pesato sulla sua salute
Beppe Signori è stato coinvolto nello scandalo giudiziario del Calcioscommesse che dal 2011 ha visto tantissimi indagati. A dicembre, dopo che negli anni passati è stato radiato dal tribuanle sportivo ed è anche finito ai domiciliari, ha rifiutato la prescrizione per dimostrare la sua completa innocenza. A Il Resto del Carlino, il bomber ha spiegato: “Tutti diventiamo vulnerabili dopo i cinquant’anni e io a febbraio ne compio 51, ma certamente dal 2011 a oggi le vicende giudiziarie hanno avuto un peso, a cui aggiungerei anche il fumo“.
Il campione ha promesso che dopo quello che è successo smetterà di fumare. Ora sta bene, due giorni fa ha pubblicato un post su Facebook per ringraziare tutti i medici che l’hanno curato: “Il mio cuore ed io ringraziamo gli amici Mario Lima, Gianni Marmi e Giovanni Sisca, Prof. Stefano Nava e Prof. Claudio Rapezzi, Dort.ssa Filomena Carfagnini, Dott. Stefano Pancaldi e tutto lo staff dell’UTIC del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi Bologna. Grazie“.