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Arrivano negli ospedali italiani Pepper e R1, i robot infermieri

Pubblicato: 25/01/2019 10:43

L’utilizzo di robot in campo medico non è nuovo. Finora era rimasto limitato alla sala operatoria, dove la precisione e il controllo di una macchina è nettamente superiore rispetto alla mano dell’uomo. Ma la situazione sta per cambiare, con la sperimentazione effettuata alla Casa Sollievo della Sofferenza di Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia. Nei test condotti tra ottobre e novembre 2018, il personale medico ha potuto sfruttare due nuovi robot umanoidi per le attività normalmente svolte dagli infermieri, come il controllo delle stanze e la routine quotidiana dei pazienti. I due robot si chiamano Pepper e R1, e nascono dalla collaborazione dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova con Konica Minolta, specializzata in intelligenza artificiale, e la giapponese Softbank.

Le caratteristiche di Pepper e R1

Un’intelligenza artificiale più avanzata è ciò che rende questi robot diversi rispetto ai modelli del passato: Pepper si occupa di controllare le stanze ed e in grado di riconoscere potenziali situazioni di emergenza, come un paziente caduto dal letto o in bagno. In tal caso invia prontamente un segnale di allarme ai medici e rimane sul luogo fino al loro arrivo. R1 dispone di un moderno sistema di riconoscimento facciale, capace di comprendere le emozioni dell’interlocutore, particolarmente adatto per assistere i pazienti durante esami, terapie o raccogliere dati utili per una prima diagnosi. Entrambi i robot sono dotati di un aspetto “umano”, con braccia e ruote per spostarsi in autonomia.

Pepper robot
Il robot Pepper mentre controlla una stanza (fonte: Youtube / Konica Minolta Laboratory Europe)

Come migliorano le condizioni di pazienti e personale

Le caratteristiche dei due robot si integravano particolarmente bene, ragione per la quale si è deciso di adottarli tutti e due: “Le nostre soluzioni utilizzano robot con maggiori capacità cognitive – spiega Francesco Puja, del laboratorio di Roma di Konica Minolta – il riconoscimento di attività e oggetti, l’analisi delle emozioni e del comportamento consentono ai robot di percepire l’ambiente, comprenderlo e comportarsi correttamente”. Siamo probabilmente solo all’inizio di un percorso che cambierà il nostro modo di percepire l’ambiente ospedaliero: “In futuro vogliamo continuare con nuove attività di sperimentazione – afferma Francesco Giuliani, Innovation & Research Manager presso l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza – che migliorino le condizioni di lavoro degli operatori sanitari e le possibilità di cura dei pazienti”. Dopo questo primo test partirà una seconda fase di 2-3 anni, in cui la sperimentazione continuerà nello stesso istituto e in altri ospedali italiani e francesi.