Era la Pasquetta del 2009 quando Marco Capuzzo, all’epoca 35 anni, andò a fare una passeggiata insieme al suo cane in mezzo ai boschi del Trentino Alto-Adige. La zona scelta da Marco fu quella del Passo del Ballino in provincia di Trento, fra le località di Fiavè e Tenno. Capuzzo non tornò mai da quel giro in montagna, mentre il cane fu ritrovato poco dopo nei dintorni dell’auto parcheggiata. A distanza di anni, un nuovo indizio riaccende la speranza di sapere che fine ha fatto il ragazzo.
Scomparso durante una passeggiata con il cane
Marco era originario di Cognola, un piccolissimo comune della provincia autonoma di Trento. Aveva scelto di camminare nell’area del Ballino perché conosceva bene quei posti, anche perché era il luogo di origine della madre. L’ultimo a vederlo intorno alle 10,30 del mattino, in quel lontano 13 aprile, era stato un contadino, incontrato a pochi metri da dove il ragazzo aveva parcheggiato la sua auto. Qualche ora dopo un turista che si aggirava nella zona aveva ritrovato il cane, che si aggirava da solo nei pressi dell’auto, e lo ha legato alla macchina con un biglietto, ma di Capuzzo non c’era traccia. Nel tempo il caso Capuzzo divenne conosciuto in tutta Italia, tant’è che se ne occupò anche la nota trasmissione di Rai 3 Chi l’ha visto? Sfortunatamente però neanche questo servì a far trovare traccia dell’uomo, e ben presto le ricerche furono interrotte.
Riprendono le ricerche
Qualche giorno fa c’è stata una piccola svolta nelle indagini. Come hanno riportano diverse testate locali, è stato recentemente ritrovato lo zaino che è appartenuto a Marco, ed è stato riconosciuto ufficialmente dalla sorella dello stesso. A trovare questo prezioso indizio è stato un’ escursionista che si trovava nei paraggi dove si sono perse le traccie di Capuzzo. Si tratta di un piccolo passo avanti, sufficiente a far ripartire le ricerche. L’obiettivo è tentare almeno di restituire alla famiglia gli eventuali resti del corpo dell’uomo. Intanto soccorritori e forze dell’ordine si sono messi al lavoro e, vista la zona impervia, si sono dotati dell’utilizzo di droni.