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A 11 anni vive nel disagio tra rifiuti ed escrementi: è la più brava della classe

Pubblicato: 28/01/2019 17:34

Abbandonata dal padre e con una madre incapace di far fronte alle difficoltà, una piccola di 11 anni viveva fino a qualche giorno fa in condizioni igienico-sanitarie inimmaginabili. La situazione in cui l’hanno trovata i carabinieri di Maierato (Vibo Valentia) era al limite del vivibile, tant’è che le forze dell’ordine hanno segnalato la madre alla Procura della Repubblica per maltrattamenti su familiari e per violazione degli obblighi di assistenza familiare.

Una casa sommersa dai rifiuti

“Ho appreso dagli inquirenti che il quadro presentatosi ai loro occhi va ben oltre l’immaginario, al punto che un deposito di rifiuti risulterebbe più salubre. Queste sono state le parole di Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria.

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La situazione di degrado in cui viveva la piccola  – Fonte: Carabinieri di Vibo Valentia

E, a giudicare dalle fotografie diffuse dai Carabinieri di Vibo Valentia, la casa in cui era costretta a vivere la piccola si era lentamente trasformata in un sorta di discarica. L’alloggio, privo di illuminazione, era sommerso dai rifiuti: escrementi e immondizia nei servizi igienici, cumuli di sporco ricoprivano gli arredamenti e persino le camere venivano usate come deposito di rifiuti. Buste ricolme di spazzatura erano disseminate in tutta la casa, tanto che gli arredi non erano sempre riconoscibili.

E una bambina amante dello studio

Quel che sorprende ancor di più in questa vicenda, è la reazione della bimba ad una situazione del genere: la piccola è sempre stata la prima della classe, con un forte amore per lo studio e il disegno.  Antonio Marziale ha dichiarato che “La bambina risulta frequentare regolarmente le lezioni a scuola, con qualche assenza di ordinaria amministrazione, curata nell’aspetto e brillante nel risultato.

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La cucina impraticabile a causa dei rifiuti – Fonte: Carabinieri di Vibo Valentia

Il Garante continua dicendo che “anche i più stretti familiari erano all’oscuro di tutto […]. È evidente che ci troviamo al cospetto di un disagio psicosociale tipico del tempo che ci è dato da vivere, ben mascherato e che però deve indurci a riflettere. Dietro sorrisi di circostanza e atteggiamenti sociali apparentemente normali, molto spesso si celano sofferenze che non dovrebbero sfuggirci, con bambini loro malgrado implicati”. Il Garante per l’Infanzia continua il discorso invitandoci tutti ad una riflessione necessaria: “Dalla narrazione fattami da chi ha indagato deduco che nessuno può essere additato colpevolmente, ma ciononostante tutti siamo chiamati a riflettere sulla superficialità dei rapporti umani.