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Shock della comunità LGBT in Brasile: trans trucidata barbaramente

Pubblicato: 29/01/2019 15:39

Dopo l’elezione di Jair Messias Bolsonaro a Presidente del Brasile, il parlamentare Jean Wyllys non si sente più al sicuro, perchè le minacce di morte nei suoi confronti sono diventate sempre più pesanti. Secondo lui, il livello di violenza nel Paese dopo l’elezione del Presidente è aumentato considerevolmente e ha deciso di lasciare il Brasile per l’Europa, almeno momentaneamente, e di abbandonare la politica. L’annuncio arriva all’indomani di una notizia che ha scosso il Paese e in particolare la comunità LGBT che si trova a fare i conti con la barbara uccisione di una trans. L’assassino in manette ha dichiarato ai giornalisti ridendo di essere stato lui e di averle strappato il cuore perchè lei era un demone.

Il barbaro omocidio della trans

Caio Santos de Oliveira si trovava in un bar di Jardim Maris, in Brasile. Qui, il 20enne ha incontrato la proprietaria del locale, Genilson José da Silva una trans 35enne. I due hanno avuto un rapporto sessuale, al termine del quale, il 20enne la ha aggredita. Per sua stessa ammissione, Caio Santos de Oliveira con un pezzo di vetro ha ferito mortalmente la vittima al torace, poi le ha strappato il cuore e l’ha riposto in un pezzo di stoffa appartenente della trans e ha portato l’organo vitale a casa sua.

Brasile stravolto dall'omofobia
Caio Santos de Oliveira sorride mentre racconta ai cronisti di aver ucciso Genilson José da Silva

Arrestato dalla polizia brasiliana, non solo ha ammesso di aver compiuto lui stesso il barbaro omicidio ma, uscito dalla stazione di polizia, ai giornalisti presenti ha dichiarato ridendo: “Era un demone, le ho strappato il cuore, è così: l’ho fatto“. A casa di Caio Santos de Oliveira la polizia non ha solo trovato il cuore della trans, ma anche denaro e molti oggetti personali di Genilson José da Silva, tutte cose che il 20enne le aveva rubato dopo averla uccisa. Sul corpo della trans sono state ritrovate ferite e lividi, segni che dimostrano come la trans avesse tentato di difendersi.

L’omicidio e il clima di violenza contro i gay

L’omicidio di Genilson José da Silva è diventato ormai tristemente noto in tutto il Globo. Non solo per i particolari macabri e inquietanti relativi alla dinamica della sua barbara uccisione, purtroppo. Ciò che fa impallidire sono le dichiarazioni del suo assassino che ridendo e con tono quasi autoassolutorio ha ammesso di averla ammazzata perchè lei era un demone.

Omofobia in Brasile: cosa c'è dietro l'omicidio di una trans e la fuga di un parlamentare?
Il deputato Jean Wyllys. Foto: Instagram Jean Wyllys

Questa notizia terribile, è arrivata dopo un’altra notizia sconvolgente per la comunità LGBT brasiliana: il deputato omosessuale Jean Wyllys ha deciso di lasciare il Paese e di rinunciare al suo seggio per trasferirsi in Europa.

Dopo la morte della sua collega di partito, Marielle Franco, attivista lesbica e consigliera comunale di Rio de Janeiro, Jean Wyllys ha sempre vissuto sotto scorta, oggetto di minacce di morte continue ricevute per il solo fatto di essere gay. Wyllys è stato il primo parlamentare della storia del Brasile ad essersi dichiarato apertamente gay e ora ha paura di restare in patria perché le minacce che riceve sono sempre più pesanti. Da sempre oppositore di Bolsonaro, sin da quando erano parlamentari, ritiene che il livello di violenza verso gli omosessuali sia cresciuto esponenzialmente dalla sua salita al potere.

Omofobia in Brasile: clima troppo violento a causa di Bolsonaro
Jean Wyllys e José Mujica. Foto: Instagram Jean Wyllys

Il parlamentare ha dichiarato: “Non è stata l’elezione di Bolsonaro in sé, ma il livello della violenza che è aumentato da quando è stato eletto“. Così è giunto alla sofferta decisione di lasciare il Paese almeno momentaneamente e di abbandonare la vita pubblica per dedicarsi alla sua carriera accademica, rinunciando anche al suo seggio. Ha deciso di seguire il consiglio datogli dal leader dell’Uruguay, José Mujica, che gli ha detto si prestare attenzione perchè “i martiri non sono eroi“. Jean Wyllys ha annunciato con queste parole la sua partenza: “Tutelare una vita minacciata è anche una strategia per lottare per tempi migliori“.

Ultimo Aggiornamento: 29/01/2019 16:29