Vai al contenuto

Madre stuprata davanti alla figlia di 2 anni: la polizia non le crede

Pubblicato: 30/01/2019 22:56

Taylor Hirt, 31 anni, è stata violentata da un gruppo di uomini davanti alla figlia di 2 anni. La cosa peggiore è che, secondo quanto riportato dalla donna, la polizia avrebbe ridicolizzato quanto accadutole. I suoi stupratori sono stati arrestati e accusati quasi un anno dopo la violenza, nonostante lei avesse fornito diverse prove e indizi.

Lo stupro davanti alla figlia di 2 anni

Il 9 febbraio 2016, Taylor Hirt, madre single di una bimba di 2 anni, residente in Kansas City, in America, si è ritrovata, all’una di notte, degli estranei in camera da letto. La donna ha urlato, ma prima che potesse fare qualcosa gli uomini l’hanno minacciata dicendole che se non avesse collaborato avrebbero fatto del male a lei e alla figlia. Taylor non sa precisamente quanti fossero, ma sospetta che fossero 3 e che tutti e 3, quella notte, hanno abusato di lei per ore. Terrorizzata per la figlia che dormiva accanto a lei, Taylor Hirt ha raccolto tutto il suo coraggio e ha assecondato gli stupratori. “Volevo assicurarmi che nessuno di loro si avvicinasse a mia figlia, che nessuno la toccasse – racconta la 31enne a Cosmopolitan – Così ho cercato di rimanere il più calma possibile e di fingere che tutto andasse bene, in modo che lei si sentisse al sicuro. Le ho tenuto la mano e le ho detto ‘Va tutto bene, tesoro, mamma sta solo giocando con queste persone. Torna a dormire'”.

Taylor Hirt. Foto: KSHB
Taylor Hirt, la protagonista della vicenda che ha denunciato lo stupro. Foto: KSHB

La polizia non le crede

Alla fine dell’aggressione, ha chiamato la polizia e ha raccontato cosa le era appena successo. Le prima domande che le sono state rivolte dagli investigatori sono cosa stesse facendo e se aveva avuto un appuntamento con qualcuno conosciuto su Tinder. Il tutto in tono accusatorio. La polizia non ha subito preso per vera la storia di Taylor, anche se lei ha fornito alcuni particolari importanti, come i nomi degli aggressori che aveva sentito pronunciare da alcuni di loro. Nonostante le analisi condotte sulla 31enne avessero rivelato sul suo corpo tracce biologiche appartenenti a un uomo, la polizia non è riuscita a trovare il suo possessore. Il caso, quindi, è finito nel dimenticatoio. 8 mesi dopo, gli uomini che hanno abusato di lei sono stati arrestati per il rapimento e lo stupro di una donna di 22 anni. Lo stupratore è William Luth, condannato a 41 anni per gli abusi su Taylor Hirt e a 30 per il rapimento e la violenza contro la 22enne. Il suo DNA coincideva con quello trovato su Taylor Hirt e sulla 22enne. Nella vicenda è implicato anche Brady Newman Caddell, 23 anni, che sembra sia stato il complice di Luth. Il suo caso, però, è ancora aperto.

A sinistra William Luth, a destra Brady Newman Caddell. Foto: Johnson
A sinistra William Luth, a destra Brady Newman Caddell. Foto: Johnson County Sheriff’s Office

Secondo la Rape, Abuse & Incest National Network  – RAINN – due stupri su tre finiscono per non essere denunciati. Primo, per paura che l’assalitore possa vendicarsi. E secondo, per paura di non essere credute dalla polizia. “Ultimamente le forze dell’ordine sembrano essere l’ostacolo più grosso contro la cattura e la condanna degli stupratori”, racconta il professore di legge della Kansas University Corey Rayburn Yung, “I poliziotti danno meno credito alle vittime di stupro rispetto ai civili, così come gli agenti coinvolti nelle investigazioni”. Il caso di Taylor Hirt sembra essere stato un’esemplificazione di questo atteggiamento.