Nel 2005 la ragazza di cui non è stata resa nota l’identità, subì uno stupro all’interno di una cascina abbandonata. I suoi aggressori fuggirono e non vennero mai più ritrovati, così sarà lo Stato italiano, secondo le leggi europee, a dover risarcire la donna. Purtroppo l’indennizzo è magrissimo, quasi un’elemosina, tanto che ha spinto la ragazza e i suoi legali a rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea per stabilirne l’effettiva congruità.
Violentata per tutta la notte
Era il 2005 e la sfortunata protagonista, una giovane 18enne, stava trascorrendo una serata in discoteca. Serata che si è subito trasformata in un incubo a occhi aperti. La ragazza è stata rapita da 2 uomini di nazionalità rumena, fuggiti agli arresti domiciliari, poi è stata portata in un casolare di campagna e violentata per tutta la notte. I due, latitanti, vennero condannati a 10 anni di carcere, ma non scontarono mai la pena perché non vennero mai ritrovati.
Un anno prima, una direttiva europea aveva stabilito l’obbligo per lo Stato di garantire un risarcimento “equo e adeguato” alle vittime di reati violenti intenzionali (omicidi, lesioni dolose, violenze sessuali) nel caso in cui l’aggressore fosse sconosciuto, fosse scappato o non avesse adeguate risorse economiche. La 18enne quindi, sostenuta dai legali Marco Bona, Umberto Oliva e Francesco Bracciani, aveva dato inizio a una causa pilota contro lo Stato per poter avere l’indennizzo che legalmente le spettava. All’epoca i giudici di Torino si erano pronunciati a favore della ragazza, sia in primo che in secondo grado, stabilendo una provvisionale immediatamente esecutiva di 50mila euro. Mai concretizzatasi a causa dell’opposizione della Presidenza del Consiglio.
La beffa: un risarcimento da 4.800 euro
Dopo una condanna da parte della Corte Europea per non essersi adeguata alle direttive, finalmente l’Italia, nel 2017, ha istituito un fondo di garanzia per le vittime di reati violenti. Le cifre, purtroppo, sono lontane dal poter essere definite “eque e adeguate” da vittime e familiari delle vittime: 7.200 euro per un omicidio, 8.200 per femminicidio, 3.000 per lesioni gravissime e, infine, per violenze sessuali 4.800 euro, il caso in questione. La Cassazione chiede quindi ai giudici della Corte di Giustizia Europea di pronunciarsi sulla congruità di tale somma. Una somma irrisoria, che sembra quasi beffeggiare chi si è visto crollare il mondo addosso quella sera del 2005, a soli 18 anni. “Continuo a sperare che mi sia riconosciuto un indennizzo e sono contenta che la mia richiesta sia stata arrivata alla Corte di Giustizia Europea” ha commentato la giovane a La Repubblica. La donna non ha perso le speranze nonostante siano passati anni dall’inizio di questa battaglia giudiziaria.