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L’oncologo Tortora sui tumori: “Siamo veramente vicini a sconfiggerli”

Pubblicato: 04/02/2019 18:54

Alla presenza del premier Conte si è tenuta l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. A chiudere la cerimonia un intervento di Giampaolo Tortora, direttore dell’Oncologia Medica del Policlinico Gemelli di Roma e uno dei massimi esperti del cancro al pancreas. La sua relazione, intitolata Terapia molecolare, immunoterapia e nuove frontiere per una Oncologia di precisione, ha fatto il punto della situazione per quanto riguarda le cure e le prospettive di vita dei malati di cancro. I tumori, ha spiegato lo studioso, “Sono furbi ma siamo veramente vicini a sconfiggerli” e a “rendere il nostro organismo più resistente al loro attacco”.

Con l’immunoterapia imboccata una strada diversa

Tortora ha voluto sottolineare i passi avanti compiuti a livello scientifico, ma anche le tante difficoltà che si sono riscontrate con le normali terapie: “Da 30 anni mi occupo di questo e ho visto tanti step che ci hanno avvicinato al traguardo. I momenti focali di questa rivoluzione sono stati due o tre e quello che stiamo vivendo ora è il più solido. Dalla chemioterapia alla terapia a bersaglio molecolare, avevamo forse l’illusione di poter venire a capo di tutto, ma poi ci sono state delle battute d’arresto. Il tumore è furbo – ha spiegato l’oncologo  – Ora, con l’immunoterapia, la sensazione è che si sia imboccata una strada diversa. Anche se non deve illudere, perché non è per tutti: nei casi in cui funziona, però, i pazienti reagiscono bene e non hanno recidive. Quest’ultimo è uno dei punti critici più difficili da superare”.

Giampaolo Tortora ha fatto il punto della situazione per quanto riguarda la lotta contro il cancro
Giampaolo Tortora, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Cattolica (credits: Twitter/Unicatt)

Impiegare tutte le armi a disposizione

È per questo motivo che si sta andando verso un approccio in grado di tenere conto di tutti gli strumenti a disposizione del medico: “Il futuro – chiarisce Tortora – sarà quindi l’identificazione e la selezione di pazienti con specifiche caratteristiche tumorali e l’impiego delle diverse armi a disposizione, chemioterapia, farmaci a bersaglio molecolare, immunoterapia, radioterapia, in maniera combinata e integrata. Una vera personalizzazione del trattamento, che oggi va sotto il nome di medicina di precisione”. Le prospettive dell’immunoterapia, in particolare, sono estremamente incoraggianti: “La ricerca sul sistema immunitario è un iceberg” e “vediamo solo la punta. Poi c’è il filone del microbiota. Una strada che ha il potenziale di accelerare le armi a nostra disposizione. Potremmo migliorare la resistenza dell’organismo contro il cancro e modulare meglio gli effetti dell’immunoterapia”.

La centralità della persona

Il professore ha poi ribadito quanto sia importante l’attenzione per il malato e le sue esigenze psicologiche, troppo spesso passate in secondo piano: “Va considerata nella sua interezza la dimensione umana del malato, con tutte le sue innumerevoli componenti psicologiche, culturali, sociali e spirituali, che vanno riconosciute e alleviate, anche in considerazione del fatto che esse possono influenzare il percorso terapeutico, dalla diagnosi all’accompagnamento al fine vita. Su questo fronte stiamo per stringere un accordo con la Jefferson University per la medicina integrata, proprio per dare al paziente non solo le terapie ma altre attenzioni, dall’alimentazione personalizzata allo yoga. Programmi di umanizzazione delle cure che possono aiutarci ad anteporre il principio della centralità della persona rispetto a ogni intervento socio-sanitario e assistenziale”.

Conte
Il premier Conte, intervenuto alla cerimonia (credits: Twitter.com/Unicatt)
Ultimo Aggiornamento: 06/02/2019 21:59