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Padre Dall’Oglio potrebbe essere ancora vivo: speranze per il gesuita

Pubblicato: 07/02/2019 15:28

Questo è quanto è stato riportato questa mattina dal The Times inglese, secondo il quale Padre Dall’Oglio, rapito in Siria il 29 luglio 2013, è vivo.  Questa informazione l’hanno ricevuta da alcuni ufficiali curdi, i quali dichiarano infatti che il prete italiano è tenuto in ostaggio dall’Isis che attualmente starebbe cercando di usare lui ed altri ostaggi come merce di scambio, per avere un passaggio sicuro in territori controllati dallo Stato Islamico. La notizia però, non è ancora stata confermata dal Vaticano.

Padre Dall’Oglio

Padre Dall’Oglio è un gesuita romano di 64 anni. È conosciuto per aver fondato una comunità monastica cattolica, quella di Mar Musa, nella cittadina di al-Nabk in Siria. È stato rapito nel luglio 2013 da gruppi di Al Qaida. Da quel momento non si hanno più avute sue notizie, nemmeno quando è stato liberato un suo collega ed amico, Padre Jacques Murad nel 2015. Le notizie giunte attualmente dal Vaticano, rivelano che non ci sono effettivi riscontri circa il suo ritrovamento.Continuiamo a pregare che Padre Dall’oglio sia vivo è quanto ha detto Alessandro Gisotti, portavoce della Santa Sede, circa quanto è avvenuto: è dunque ancora attesa la conferma circa il suo ritrovamento.

Perché in ostaggio dell’Isis ?

Secondo gli informatori curdi, la ragione per la quale il prete è tenuto in ostaggio dall’Isis riguarda un “lasciapassare” che vorrebbero ottenere per i propri militanti al fine di poter attraversare uno dei territori dove hanno ancora il potere. Ci sono quindi dei negoziati in corso dove sia Dall’Oglio che altri “prigionieri” occidentali, come il giornalista inglese John Cantlie e un’infermiera della Croce rossa originaria della Nuova Zelanda, sarebbero la merce di scambio per ottenere l’accesso in quelle zone. Ciò significa che i soldati islamici vorrebbero trovare un accordo con i militanti arabi-curdi, appoggiati dalle forze statunitensi, per salvarsi dall’annientamento di quei luoghi. Non è la prima volta che utilizzano i prigionieri in modo strumentale: infatti il giornalista John Cantlie fu usato in passato dall’Isis nei loro video di propaganda. I tre ostaggi in questo caso, rappresentano per loro un mezzo per ottenere una via di fuga sicura.