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Bimbo di 6 anni decapitato di fronte alla madre disperata per motivi religiosi

Pubblicato: 10/02/2019 02:03

Decapitato perché di religione sbagliata. Questa la scioccante notizia riportata da TMV, rimbalzando sulle testate di tutto il mondo. Mamma e figlio erano in viaggio a Medina, quando sono stati avvicinati da un uomo che ha prelevato entrambi e colpito il piccolo fino a decapitarlo. Il motivo? L’appartenenza ad un ramo dell’Islam ritenuto sbagliato.

Decapitato di fronte alla madre inerme

Secondo le prime testimonianze, molto confuse, lo scorso giovedì, mamma e figlio di 6 anni,  Zakaria Al-Jabe, si trovavano a Medina, in Arabia Saudita, in visita al tempio del Profeta Maometto, quando sono stati avvicinati da un gruppo di uomini che hanno chiesto loro se fossero Sciiti. Ingenuamente hanno risposto di si, a quel punto gli uomini li hanno presi, caricati in macchina e portati via.

Per madre e figlio è iniziato un incubo, gli uomini le hanno strappato il bambino e hanno cominciato a colpirlo al collo con un pezzo di vetro fino a decapitarlo. Il tutto davanti agli occhi impotenti della madre e alle sue grida strazianti.

Quanto emerso dalle indagini

Una vicenda così cruenta che non è passata inosservata, tant’è che lo sconcerto dell’opinione pubblico ha spinto all’apertura di un’indagine. Dalle prime ricostruzioni è emerso che madre e figlio si trovavano in realtà in un taxi in direzione del tempio quando l’uomo alla guida li ha dirottati i un caffè vicino, nel quartiere di Al-Tial. A quel punto il tassista ha rotto una bottiglia, dalla quale ha estratto il vetro con il quale ha decapitato il piccolo.

La piccola vittima, Zakaria Al-Jabe pix
La piccola vittima, Zakaria Al-Jabe. Credits: Mirror

La donna sotto shock, ha tentato con tutte le sue forze di fermarlo, svenendo per il trauma. La donna non è stata la sola a tentare di fermare l’aggressore. Secondo alcuni testimoni, nei pressi c’era un poliziotto che a sua volta ha tentato di fermarli, senza però riuscirci.

Cos’ha spinto l’uomo ad agire così?

Un orrore inspiegabile che trova una movente razionale nelle dinamiche religiose dell’Arabia Saudita. Il piccolo è stato ucciso perché appartenente al ramo religioso sbagliato, essendo lui Sciita in un paese Sunnita. Secondo quanto riportato dal The Sun, il Shia Rights Watch, l’ente a tutela dei diritti Sciiti ha spiegato che circa 3/4 degli abitanti del Paese sono di religione Sunnita, il restante della popolazione, è costantemente vittima di persecuzioni e violenze. La Shia Rights Watch con la cruenta vicenda della decapitazione del bambino, ha denunciato queste violenze e una “mancanza di protezione da parte delle autorità”.

La piccola vittima, Zakaria Al-Jabe pix
La piccola vittima, Zakaria Al-Jabe. Credits: Mirror

Lo scisma tra Sciiti e Sunniti

La spaccatura interna alla religione islamica risale all’epica della morte del Profeta Maometto e sulle dinamiche per la successione, ricordata come la Battaglia del Cammello del 632 d.C. I Sunniti ebbero la meglio nel 652, diventando la maggioranza. Lo scisma si basa su differenze ideologiche: per i Sunniti il degno successore di Maometto avrebbe dovuto essere il padre della moglie, mentre per gli Sciiti avrebbe dovuto essere un membro della sua famiglia, un suo discendente.

Le differenze non si fermano qui, entrambi riconoscono Allah come unico Dio e Maometto come profeta, per gli Sciiti i leader religiosi sono gli Ayatollah, essi rappresentano un riflesso divino sulla terra, cosa che per i Sunniti è visto come un’eresia.

Ultimo Aggiornamento: 11/02/2019 00:26