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Caserta, sequestrati 12 pozzi: arsenico 850 volte superiore al limite consentito

Pubblicato: 13/02/2019 16:20

Per anni i cittadini residenti nella zona compresa tra Caserta e San Nicola la Strada (CE) sono stati a contatto con i metalli pesanti presenti nei 12 pozzi con cui sono state irrigate le colture e che adesso sono sotto sequestro. Tra tutti i metalli pesanti presenti, la quantità più sconcertante è quella di arsenico, altamente cancerogeno, presente in una quantità in media 850 volte superiore alla soglia consentita. Anche se non si può ancora stabilire un collegamento, nella zona in cui sono stati sequestrati i pozzi l’incidenza di tumori è altissima. Il Nucleo Investigativo di polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale e il Nucleo Operativo Ecologico carabinieri di Caserta hanno anche sequestrato un’area in cui erano stati scaricati rifiuti speciali solidi e di altro genere.

I 12 pozzi posti sotto sequestro: la “piscina rossa”

L’area in cui è stato eseguito il sequestro preventivo di 12 pozzi era stata soprannominata dai residenti “piscina rossa“, negli anni ’60-’70: era infatti una cava colma di liquami dal caratteristico colore. La zona è stata sede di uno stabilimento dell’industria Saint Gobain di Caserta dal 1958 al 1988. Lo stabilimento si occupava di lavorazione di ferro e vetro e proprio nella piscina rossa scaricava tutto il materiale di scarto.

caserta, sequestrati 12 pozzi contaminati da arsenico
Immagine di repertorio

La piscina rossa è poi scomparsa, sepolta sotto altri rifiuti riversati nell’area, e poi convertita a zona residenziale e per le attività produttive, senza però essere bonificata come peraltro era previsto dai programmi di riconversione messi nero su bianco da un accordo tra la Regione, la Provincia, il Comune di Caserta, Progetto Industrie Srl e Consorzio ASI. Maria Antonietta Troncone, Procuratre di Santa Maria Capua a Vetere si è così espressa in merito: “La variazione avrebbe dovuto comportare una bonifica della zona ma ciò non è mai stato fatto. Nella popolazione abbiamo registrato tanta rassegnazione“.

Il Procuratore ha specificato che le indagini proseguiranno anche per accertare le singole responsabilità in seno alle Pubbliche Amministrazioni. Maria Antonietta Troncone ha definito “abnorme” la quantità di arsenico riscontrata nei pozzi sequestrati: la soglia consentita è di 10 mg per litro, in alcuni dei pozzi è stata rilevata una quantità pari a 9000 mg. Attualmente, nell’area si stanno eseguendo attività di carotaggio per verificare il livello di contaminazione da arsenico anche all’esterno dei pozzi in questione.

Ma nell’area sono stati trovati in quantità superiori alle soglie consentite anche altri metalli pesanti, tra i quali l’amianto. La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per avvelenamento delle acque e disastro ambientale. Quest’ultimo reato verrà contestato per tutte le violazioni successive al 2015, negli altri casi si procederà per disastro generico.

L’alta incidenza di tumori nella zona

I 12 pozzi sono stati usati per irrigare le colture e ad uso domestico per giardini e complessi residenziali, per fortuna l’acqua non è stata usata nelle case, allacciate al sistema idrico. Nell’area in cui è stato disposto il sequestro è altissima l’incidenza di tumori, specialmente alla prostata.

Caserta, sequestrati 12 pozzi contaminati da arsenico
I prelievi in svolgimento sul luogo. Fotogramma Sky TG 24

Un proprietario di uno dei pozzi sequestrati è deceduto proprio poco tempo fa per un tumore alla prostata. Si tratta di un fatto allarmante, ma non è possibile ancora stabilire un nesso di casualità tra la contaminazione di queste acque con l’arsenico, che tra le altre cose hanno irrigato per anni campi di frutta e ortaggi, e l’alto tasso di tumori.

Lo ha spiegato il Procuratore di Santa Maria Capua a Vetere, Maria Antonietta Troncone: “Nell’area compresa tra Caserta e San Nicola la Strada, in cui abbiamo sequestrato i pozzi contaminati, si registra un’alta incidenza di tumori, specie alla prostata, anche se non si può stabilire il nesso di causalità tra l’inquinamento provocato dall’attività industriale e queste morti“. Il Procuratore ha anche affermato però che questa malattia (il cancro alla prostata) “sembra legata proprio alla contaminazione da arsenico che è la seconda sostanza chimica più cancerogena“.

Credits immagine in evidenza e social: Fotogramma Sky TG 24