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La realtà nascosta dell’industria del latte: l’atroce sfruttamento delle mucche negli allevamenti italiani

Pubblicato: 16/02/2019 12:11

Una situazione raccapricciante, quella che emerge dalle investigazioni di Animal Equality negli allevamenti di mucche da latte del Nord Italia: se la pubblicità riguardante le aziende casearie non raccontano lo sfruttamento a cui i bovini sono costretti per tutta la loro esistenza, i video dell’associazione che si batte in difesa degli animali mostrano vitelli strappati alle madri appena nati, mucche con ferite gravi e con lo scotch sugli zoccoli, animali coperti di feci e obbligati a vivere in situazioni igieniche preoccupanti. Una situazione sconosciuta ai consumatori e prontamente denunciata da Animal Equality.

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Una verità nascosta

Fino a 60 di latte al giorno: è questo l’impressionante quantitativo richiesto alle mucche da latte utilizzate dal settore lattiero-caseario in Italia, specie se si tiene conto che la quota normale di latte prodotto giornalmente da una mucca adulta è solo di 4 litri. Uno sfruttamento incredibile, che però viene celato dalla stessa industria e di cui i consumatori non sono per questo a conoscenza: ci ha pensato Animal Equality a denunciare il tutto, con alcuni video registrati in allevamenti del Nord Italia che mostrano il degrado in cui gli animali sono costretti a vivere per produrre e morire dopo pochi anni.

mucche latte
Animal Equality

Uno sfruttamento così intensa, infatti, li consuma letteralmente: dopo 4 anni di utilizzo nell’industria del latte, le mucche sono avviate alla macellazione. E pensare che questi animali, impiegati per la produzione casearia, vivono la loro intera esistenza a pascolo zero: senza aver alcun accesso a prati e zone verdi.

Cosa mostrano i video di Animal Equality

Le immagini girate dagli operatori di Animal Equality mostrano una situazione raccapricciante: appena nati, i vitelli vengono strappati dalle madri, con quest’ultime molto spesso lasciate a vivere in condizioni igieniche tremende, coperte di feci e fango e con ferite evidenti e dolorose tra cui la mastite alle mammelle. Gli animali vengono vaccinati dagli operatori in assenza di veterinari. Una verità celata dal settore, che fa pensare ai consumatori che i bovini abbiano accesso al verde e all’aria aperta: “Questo è un aspetto fondamentale, perché anche in questo caso le immagini che vengono divulgate al grande pubblico sono ingannevoli”, spiega Matteo Cupi, Direttore Esecutivo di Animal Equality Italia.

L’associazione punta anche a sottolineare due problematiche su cui fare luce, ossia l’impatto ambientale del latte e il destino dei vitellini figli delle mucche impiegate nell’industria. Le madri vengono infatti inseminate artificialmente per dar vita a vitelli e produrre latte: i cuccioli, invece, sono destinati alla macellazione. “Come se non bastasse, anche l’impatto ambientale di questo derivato è notevole. Uno studio recente dell’università di Oxford ha dimostrato che le alternative vegetali sono molto più sostenibili rispetto al latte vaccino. Al contrario di quello che si pensa quindi, quando si parla di impatto ambientale degli allevamenti intensivi non si fa riferimento solo a quelli di bovini allevati per la loro carne, e anche per questo abbiamo deciso di impegnarci per diffondere il più possibile un’informazione corretta e bilanciata rispetto a quello che viene quotidianamente veicolato“, spiega Cupi.