Cronaca

Maurizio Aiello, il dolore per la scomparsa dello zio: “Una morte assurda”

Maurizio Aiello racconta la morte dello zio Enzo, una figura fondamentale della sua vita, scomparso a causa della SLA
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Maurizio Aiello condivide con il pubblico di Vieni da me, condotto da Caterina Balivo, un momento molto doloroso della sua vita. Qualche mese fa è infatti venuto a mancare lo zio dell’attore, Enzo, una sorta di secondo padre per lui. Aiello racconta della terribile malattia che l’ha portato via, la SLA, e il vuoto che ha provato.

Maurizio Aiello racconta la sua famiglia

L’attore ricorda la sua infanzia a Castellammare di Stabia, nel napoletano, insieme ai fratelli, la madre e ad un padre a volte assente. “Papà è una persona di altri tempi, un po’ coreografica, che purtroppo si è dedicato sempre al lavoro, anche alla famiglia, però non passava tanto tempo con noi“, racconta Maurizio Aiello, “È un’ottimo papà, ma hanno sempre avuto un rapporto conflittuale (i genitori, nda), poi si sono separati e mia madre è andata via con un altro uomo.

Sette o otto anni fa è tornata a casa, ora vivono insieme da separati“.

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Maurizio Aiello insieme al padre. Foto: Instagram

Nei suoi giorni da 12enne c’era anche la parrocchia che ha avuto un ruolo importante: “In parrocchia mi è nata la passione per il teatro, perché i primi passi sono stati proprio recitando la Cantata dei Pastori, dove interpretavo un diavoletto“.

La perdita della zio Enzo

L’attore ha trovato una figura di riferimento molto importante, che è venuta recentemente a mancare. “Quando uno dice ‘Ho perso mio zio’ può sembrare riduttivo, a confronto di una perdita di un fratello, di un figlio, di una madre. Ma mio zio ha colmato un po’ il vuoto e le assenze di mio padre.

L’ha un po’ sostituito, sono cresciuto con lui“, confessa un po’ commosso.

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Foto: Instagram

Mio padre odiava andare in vacanza al mare, quindi andavo sempre in vacanza con zio Enzo. La ferita è ancora aperta, perché se ne è andato da poco con una morte assurda, con una malattia molto aggressiva che l’ha distrutto, la SLA“, continua, “Lui non ha accettato di essere prigioniero del proprio corpo e si è lasciato andare.

Risale a 7/8 mesi fa, per me rappresentava tutto. Mi ha sempre incoraggiato in tutto, ha sempre creduto in me. Mi dispiace che se ne sia andato via così, così giovane e con una morte assurdo“.

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