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Bergamo, uccide il fratello in sala slot: era incapace di intendere e di volere

Pubblicato: 21/02/2019 13:22

Entrato in una sala slot di Caravaggio, in provincia di Bergamo, e ha ucciso suo fratello Carlo Novembrini e la compagna Maria Rosa Fortini. Dietro l’omicidio, le incomprensioni tra i due fratelli e l’odio che il colpevole pensava che suo fratello covasse contro di lui. Era il 4 aprile 2018 quando la comunità di Caravaggio veniva scossa da questo duplice omicidio e, a distanza di quasi un anno, i periti che hanno esaminato le condizioni psicologiche di Maurizio Novembrini sono giunti tutti alla stessa conclusione: era incapace di intendere e di volere quando ha commesso gli omicidi a causa di un disturbo paranoide della personalità che lo rende socialmente pericoloso.

Il duplice omicidio

La sera del 4 aprile 2018, Maurizio Novembrini, 44enne originario di Gela, entra in una sala slot di Caravaggio dove si trovava suo fratello insieme alla compagna. Appena entrato, va verso il fratello e lo spara con una pistola. La compagna di Carlo Novembrini, Maria Rosa Fortini, nel tentativo di fargli da scudo, viene raggiunta da un altro proiettile che la uccide, rendendola vittima e colpevole solo di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Bergamo, uccide il fratello in sala slot, ma potrebbe essere assolto
Immagini dal luogo del delitto. Fotogramma Eco di Bergamo

Per assicurarsi che suo fratello fosse morto, Maurizio Novembrini si avvicina e gli spara un altro colpo in bocca, a distanza molto ravvicinata. Nella sala slot si trovava anche la sorella dei due che tenta inizialmente di fermare Maurizio ma poi scappa con lui in macchina. Lei non verrà indagata ma gli inquirenti la ascolteranno per ricostruire la dinamica dell’accaduto, peraltro evidente dalle immagini catturate dal sistema di videosorveglianza presente nella sala slot. L’auto su cui erano fuggiti era prestata. Maurizio Novembrini prima di essere arrestato andrà a restituirla a Milano al legittimo proprietario. L’arresto è avvenuto mentre l’uomo tornava a casa in treno: aveva con sè l’arma del delitto.

Sempre dalle telecamere, gli inquirenti avevano appurato che i due fratelli si erano già incontrati lì quella mattina e dalle immagini era stato evidente fin da subito che avevano litigato. I due fratelli non erano in buoni rapporti e negli anni ’90 erano stati entrambi in carcere per estorsione e spaccio di stupefacenti, erano affiliati al clan Madonia, famiglia di Gela ai vertici di Cosa Nostra, al quale sono imputati circa 100 omicidi. I due fratelli non erano quindi incensurati.

Maurizio Novembrini quando era stata arrestato negli anni ’90 era stato sottoposto al regime previsto dal 41 bis, solitamente applicato proprio ai componenti di organizzazioni criminali. La sua famiglia, composta da 8 fratelli, non ha mai voluto collaborare con la giustizia – così come suo figlio e sua moglie – anche solo per chiarire come mai i rapporti tra i due fratelli fossero tanto tesi e tentare di chiarire meglio il movente di Maurizio Novembrini. Quasi tutti sono ora residenti nel Bergamasco.

Bergamo, uccide il fratello in sala slot, ma potrebbe essere assolto
Le due vittime: Carlo Novembrini insieme alla sua compagna, Maria Rosa Fortini. Foto: Facebook Carlo Novembrini

L’incapacità di intendere e di volere

Secondo i 3 periti nominati per stabilire le condizioni psicologiche di Maurizio Novembrini, il 44enne soffre di un disturbo paranoide della personalità che lo rende socialmente pericoloso, per questa ragione quando ha commesso il duplice omicidio nella sala slot di Caravaggio non era capace di intendere e di volere. Su questo punto sono quindi dello stesso parere il perito nominato dalla difesa, il consulente di parte civile e, infine, il perito nominato dal giudice.

Già a maggio dello scorso anno, l’uomo si era reso protagonista di un episodio che confermerebbe ulteriormente le sue precarie condizioni di salute mentale: aveva dato fuoco al suo materasso in cella sostenendo di temere di essere avvelenato da qualcuno. Per questa ragione, il 44enne potrebbe essere assolto nella prossima udienza davanti al gup prevista il 5 marzo. L’uomo potrebbe continuare però ad essere recluso all’interno della Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS) a Castiglione dello Stiviere, in provincia di Mantova, dove vengono detenute persone con disturbi mentali e colpevoli di reati.

Credits immagine in evidenza e social: fotogramma Eco di Bergamo

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2019 13:25