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Perché ci piace avere paura? Ci risponde la scienza

Pubblicato: 26/02/2019 20:05

Margee Kerr, una sociologa che studia la paura, ha pubblicato una ricerca in cui spiega perché alle persone piace provarla. Lei è specializzata nello studio sul terrore e ha pubblicato molti articoli al riguardo. Scientificamente, quando si è spaventati, l’amigdala, ghiandola del cervello che gestisce le emozioni, è sollecitata a tal punto da innescare la reazione che ognuno di noi ha di fronte al pericolo, ovvero la voglia di scappare via. Però anche mani che sudano, pupille dilatate, e dopamina e adrenalina che iniziano a scorrere nel sangue possono essere “sintomi” della fifa!

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Il corpo si prepara al pericolo rilasciando agenti chimici

La reazione che ci salva!

La sociologa sostiene che solo nell’ottobre 2015 ci sono state 28 milioni di persone che hanno visto una casa stregata. Questo perché la paura fa sentire bene: in presenza di una minaccia si attiva l’istinto di sopravvivenza, il corpo si prepara al pericolo rilasciando agenti chimici che modificano le funzioni cerebrali e corporali. Questa reazione automatica mette in moto sistemi che ci aiutano a sopravvivere, assicurandoci di avere abbastanza energia e di essere protetti dal provare dolore mentre vengono disattivati i sistemi non essenziali, come il pensiero critico.

Liberarci dal dolore e dalla paura: più energia

Sentirsi liberi dal dolore e pieni di energia, senza le preoccupazioni di tutti i giorni, sembra fantastico. La sociologa Kerr sostiene che è possibile che la reazione all’inquietudine sia simile, anche se non uguale, a ciò che proviamo in stati positivi e di eccitazione, come l’esaltazione, la felicità in situazione come, ad esempio, un rapporto sessuale. La differenza sta nel contesto! Se siamo davvero in pericolo pensiamo alla sopravvivenza, non al divertimento. Margee Kerr dice quindi che quando inneschiamo questa reazione di eccitamento in un posto sicuro, come un cinema o casa nostra, possiamo goderci la naturale euforia che deriva dall’essere spaventati. Ecco perché sulle montagne russe si passa da urla a risate in un attimo: il corpo è già in uno stato euforico, sta ri-catalogando l’esperienza.

Quando la paura sembra reale

Questa ricerca spiega anche come la paura dia più di un piacevole e naturale stato di euforia. Fare cose di cui abbiamo terrore può darci una bella carica in termini di autostima. Alla stregua di sfide personali, quando portiamo a termine qualcosa proviamo un senso di realizzazione. E ciò avviene anche se non siamo realmente in pericolo. Il nostro cervello sa che gli zombie non sono reali, ma il corpo dice il contrario. La paura soprattutto sembra reale, per cui quando riusciamo a scamparla, la soddisfazione e il senso di realizzazione sono reali. Questo è un grande adattamento evolutivo.

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La paura che unisce

Inoltre la paura può riunire le persone perché le emozioni possono essere contagiose e quando si vede un amico urlare o ridere, si sente il bisogno di fare lo stesso. Siamo empatici con le emozioni di chi ci è vicino, ricreando la stessa esperienza. La sensazione di vicinanza nei momenti di paura è aiutata dall’ossitocina, ormone rilasciato in situazioni tipo “lotta o fuggi“. Lo sgomento è una potente esperienza emotiva, e qualsiasi cosa scateni una forte reazione sarà conservata in maniera indelebile nella nostra memoria. Non si può dimenticare ciò che può nuocere. Se il ricordo di aver visto un film horror con gli amici è positivo e lascia un senso di soddisfazione, allora si vorrà ripetere l’esperienza.