Il Tribunale di Monza ha condannato all’ergastolo per omicidio volontario premeditato e maltrattamenti in famiglia Bouchab Frihi, un 34enne marocchino, che il 30 maggio scorso uccise a coltellate la moglie Fjoralba Nonaj, 35enne di origine albanese, mentre questa si trovava in macchina con il loro figlio di 5 anni. L’omicidio si era consumato a Seregno, in provincia di Monza e Brianza, dove i due vivevano.
La condanna all’ergastolo
Si è concluso con il riconoscimento della piena colpevolezza di Bouchab Frihi il processo con rito abbreviato a suo carico per l’omicidio volontario e premeditato della moglie, vittima di minacce prima di morire da parte dell’uomo, e per maltrattamenti in famiglia. L’uccisione della donna era infatti avvenuta davanti il loro figlio di 5 anni, causandogli uno shock terribile.

Il 34enne non accettava che la moglie avesse deciso di separarsi da lui. Il giudice del Tribunale di Monza ha accolto la richiesta di condanna all’ergastolo avanzata dal pm titolare delle indagini, Michele Trianni. Dopo il terribile assassinio della moglie, Bouchab Frihi si era costituito ai carabinieri e aveva chiesto di essere sottoposto a una perizia psichiatrica, dichiarandosi incapace di intendere e di volere quando aveva colpito sua moglie con numerose coltellate inferte con un coltello da cucina sul collo, sul dorso, sul costato e sull’addome. Tuttavia, il giudice ha respinto la sua richiesta. Fjoralba Nonaj era stata trasportata all’ospedale San Gerardo di Monza in condizioni disperate ed era deceduta nella struttura poco dopo il suo arrivo.
L’omicidio davanti gli occhi del figlio di 5 anni
“È stato il papà“, queste le parole strazianti che il figlio di 5 anni dell’assassino Bouchab Frihi e della vittima Fjoralba Nonaj ripeteva continuamente ai medici dell’ospedale San Gerardo di Monza che avevano tentato disperatamente di salvare dalla morte la madre del bambino. Il piccolo adesso vive con i familiari della vittima che si sono costituiti parte civile al processo contro Bouchab Frihi.

Il Tribunale di Monza ha riconosciuto loro un risarcimento danni con provvisionali da 100mila a 50 euro. Il 30 maggio del 2018, Fjoralba Nonaj si era recata con suo figlio a bordo della sua Chevrolet nera ad un appuntamento con il marito per parlare. I due erano separati da un paio di mesi: lui era ospite da alcuni amici e lei era rimasta nella casa in cui vivevano insieme, con il bambino. Ma l’uomo non accettava la fine del rapporto e all’appuntamento aveva portato con sé un coltello da cucina. Il 34enne più volte aveva minacciato e aggredito Fjoralba Nonaj, prima di ucciderla. Infatti, una sua amica dopo la morte della donna si era così espressa: “C’era da aspettarselo che sarebbe finita così, più volte l’aveva picchiata e minacciata…“.