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Delitto di Pordenone: Ruotolo condannato all’ergastolo in appello

Pubblicato: 01/03/2019 23:21

È stato condannato all’ergastolo in appello Giosuè Ruotolo, colpevole dell’omicidio di Trifone RagoneTeresa Costanza. La coppia è stata uccisa con un’arma da fuoco il 17 marzo 2015 a Pordenone, nel parcheggio del Palazzetto dello Sport. Ruotolo è stato condannato all’ergastolo in primo grado, sentenza ora confermata dal Tribunale triestino, ma i legali annunciano il ricorso in Cassazione.

Pordenone, Giosuè Ruotolo condannato all’ergastolo

La Corte d’assise di Appello ha confermato la condanna a Giosuè Ruotolo, di Somma Vesuviana. Il militare 29enne era stato condannato all’ergastolo e a 2 anni di isolamento diurno in primo grado dalla Corte d’assise di Udine nel 2017. È stato lui, secondo i giudici, a sparare a Trifone Ragone, commilitone e coinquilino, e a Teresa Costanza, fidanzata di Ragone.

ragone costanza

Ruotolo si è dichiarato estraneo ai fatti, come ha spiegato nella sua deposizione in aula: “Tra me e Trifone c’era un rapporto cordiale. Sono stato condannato all’ergastolo, ma di mio in questo processo non c’è nulla, come confermato anche dai Ris di Parma. Non ho mai litigato né verbalmente né fisicamente con Trifone e in questo senso sono le testimonianze dei commilitoni“.

Il ricorso in Cassazione

I legali di Ruotolo sono pronti per portare il caso di fronte alla Suprema Corte: “Nessuna prova scientifica, nessuna certezza sulla presenza sulla scena del delitto dell’imputato, l’assenza di un movente: elementi fondamentali“, spiega l’avvocato Roberto Rigoni Stern. I familiari delle vittime si sono detti pronti a continuare la battaglia per assicurare giustizia ai due giovani uccisi.

trifone teresa

Secondo i giudici del primo grado, Giosuè Ruotolo avrebbe ucciso la coppia per gelosia. C’erano dissapori con Trifone Ragone e il tentativo di allontanarlo dalla fidanzata Teresa Costanza. Tanto che, secondo il padre del militare, Ragone era pronto a denunciare per stalking il commilitone, che l’avrebbe ucciso per salvare la carriera. “L’odio verso Trifone e la gelosia verso Teresa lo avevano assalito già da tempo. Togliendoli di mezzo sparivano due rivali, due minacce viventi, due persone verso cui covava odio già da tempo“, ha ipotizzato in primo grado il pm Pier Umberto Vallerin.